CINEMA E TV
"Scoop", amore per la verità
Scoop
Gran Bretagna, Stati Uniti, 2006
di Woody Allen
con Woody Allen, Hugh Jackman, Scarlett Johansson, Jim Dunk, Jody Halse, Robyn Kerr, Kevin McNally, Ian McShane
Giochi di prestigio, fra il terreno e l’ultraterreno, e oplà! Ma svelato il trucco quel che rimane non sempre è quel che ci si sarebbe aspettato. E ancora non occorre esagerare nel volere inseguire una notizia: insomma un monito di stile e un apologo sull’amore da Woody Allen in un altro dei suoi film. Ciò può esser detto a buon titolo (e con soddisfazione per gli estimatori del regista), dopo avere visto “Scoop”, l’ultima sua fatica, tante sono, infatti, le peculiarità che accomunano questa pellicola alle tante che lo hanno preceduto. Cominciamo dai siparietti “fantastici” presenti qui e là nel corso delle vicende raccontate sullo schermo (e non aggiungiamo altro per non anticipare nulla allo spettatore): si pensi al delizioso coro de “La dea dell’amore” (un piccolo inciso: quelle scene furono girate al teatro greco di Taormina) ovvero alle cupe apparizioni sul finale in “Match point”, film che predece "Scoop".
La magia tutta terrena di Splendini, il mago semplicione interpretato da Allen, un americano a Londra, deve fare i conti con un intrigo guidato dall’alto che coinvolge una giovane newyorkese, Sandra Pransky (la Johansson), giornalista alle prime armi che durante uno spettacolo del mago Allen entra in contatto con Joe Strombel, un reporter già morto, che le rivela chi sia il serial killer dei tarocchi, un assassino la cui identità è ancora sconosciuta. Non aggiungiamo altro sulle vicende visto che di giallo si tratta, ma qualche ulteriore notazione merita senz’altro la bravura della Johansson che qui, molto diversa dalla bionda sensuale nel già citato “Match point”, rivela persino una certa vis comica dimostrando di essere un’attrice dalle tante sfumature (e un po’ ci ricorda la mitica Marylin dei tempi d’oro dei film di Billy Wilder). Forse sarà l’età a far preferire ad Allen, per le sue storie, alla grande mela la capitale inglese (questo è il secondo film “londinese” ed un terzo è in preparazione) ma certamente è l’età ormai avanzata che gli suggerisce nuovi tipi di relazione, diversi dalla sentimentale, per le belle donne che sono al suo fianco nei film, nonostante l’arguzia inossidabile delle sue battute.
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