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Salvatore Quasimodo: il figlio vuole "rifiutare" il poeta
Il figlio del famoso poeta italiano Salvatore Quasimodo si ribella alla sua stessa identità familiare: cerca di vendere la medaglia del Nobel per esorcizzare la sofferenza
Un'eredità non voluta: non sempre c'è da andare fieri delle proprie origini e si sente il bisogno di una sorta di riscatto morale, di portare avanti una lotta controlla quella "eredità" familiare. È il caso di Alessandro, figlio di Salvatore Quasimodo, poeta siciliano e vissuto in Italia, esponente di rilievo dell'ermetismo morto nel 1968.
Ancora oggi il figlio cerca di boicottare e annullare il successo del padre: appena un mese fa ha cercato di vendere la medaglia vinta da Quasimodo per il premio Nobel per la letteratura nel 1959.
Un premio immeritato che, secondo Alessandro, avrebbe meritato più la madre, figura determinante nella vita artistica e fondamentale per il successo letterario di Salvatore.
La medaglia è stata messa all'asta, partendo da una base di cinquanta mila euro, e poi sottoposta a procedura di interesse culturale da parte del ministero. Ma proprio il Ministero dei beni culturali si è messo di traverso, non permettendogli di incassare i soldi ricavati dalla vendita.
Moglie devota e traduttrice di mestiere, Maria Cumani, ha subìto la mancanza di rispetto del marito, "femminaro" incallito oltre che letterato. Per questo il figlio continua a devastarne la memoria, a tentare di derubare Salvatore Quasimodo della sua identità di acculturato e poeta di grande fama: la fama, è chiaro, non corrisponde ad una buona personalità e una sincera bontà d'animo.
Per Alessandro il suo cognome è un'eredità non voluta, un incubo, quasi una malattia che ha cercato di esorcizzare vendendo la medaglia del Nobel.
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