MUSICA
Rudolph Buchbinder per la Sinfonica
Un concerto attesissimo quello del pianista Rudolph Buchbinder, venerdì 27 febbraio alle 21.30 al teatro Politeama di Palermo, per la Stagione 2003/2004 della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, con le classiche repliche del sabato 28 (ore 17.30) e della domenica 29 (ore 11). Il grande solista, che lo scorso anno aveva dichiarato forfait ma aveva anche promesso il suo ritorno, sarà protagonista della prima parte, in cui eseguirà il noto “Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore per pianoforte ed orchestra” di Franz Liszt sotto la bacchetta di George Pehlivanian. Cominciato a Roma fra il 1839 e il 1840, questo primo Concerto pianistico fu terminato da Franz Liszt quasi dieci anni dopo, nel 1848, a Weimar, città divenuta centro culturale fiorentissimo grazie alla generosità e alla curiosità musicale del compositore ungherese. La prima esecuzione ebbe luogo nel Castello di Weimar il 17 febbraio del 1855 sotto la direzione di Hector Berlioz e con lo stesso autore, superbo e mitico pianista virtuso, interprete solista. L’opera, dal tono assai eroico, dimostra l’assoluta indipendenza del compositore dagli schemi tradizionali: sviluppata in quattro parti, da suonarsi senza interruzione, ha un carattere spiccatamente rapsodico. Personaggio esuberante, in bilico fra l’essere sregolato personaggio mondano e compositore meditativo, ispirato dalla fede religiosa, Liszt è compositore romantico tanto quanto Chopin, ma con atteggiamenti e risultati totalmente opposti. Nelle sue opere persegue infatti più che la dimensione intima del salotto, la spettacolarità dell’esibizione teatrale, virtuosistica, le sonorità più irruenti e il virtuosismo travolgente e acrobatico, così come appare evidente nelle pagine di questo famosissimo “Concerto n. 1 in mi bemolle maggiore”.
Questa “Sinfonia”, denso e complesso organismo unitario, segue uno scherma ricorrente dell’architettura compositiva mahleriana, con cinque movimenti, quattro dei quali disposti a coppie (Marcia funebre – Allegro; Adagietto – Rondò finale) intorno al significativo Scherzo centrale, cuore della composizione. Henry de La Grange, ilpiù illustre studioso delle opere di Mahler riconosce in questa ricorrente successione dei movimenti “il trionfo dell’uomo e del creatore sul dolore e sulla morte”. Nella scrittura di Mahler convergono i materiali più diversi, dalli balli e dalle canzoni popolari, alle fanfare militari e ai “suoni della Matura” che, fusi tra loro in modo sublime, sostanziano la spenta tradizione romantica. La “Quinta Sinfonia” è exemplum della scrittura chiara e trasparente di Mahler, della sua sapienza nell’uso del tutti orchestrale o dellee singole voci, del gusto timbrico “moderno”, derivato senz’altro dall’esperienza di direttore d’orchestra, “mestiere” nel quale il compositore eccelleva e per il quale era noto in tutto il mondo. Le sue pagine sinfoniche sono state rivalutate proprio nella seconda metà del XX secolo, grazie anche al celebre Allegretto di questa “Quinta Sinfonia”, scelto da Luchino Visconti per il suo film “Morte a Venezia”. Si tratta di una pagina di forte intensità emotiva, come un innalzamento verso un mondo irreale, eseguita da archi e arpa, il cui primo manoscritto pare sia stato inviato dal compositore come dichiarazione d’amore ad Alma. Il Finale di questa Sinfonia è invece uno strepitoso saggio di magistero contrappuntistico, frutto dello studio compiuto sulle partiture di Johann Sebastian Bach. Biglietti in vendita al botteghino del teatro (ore 10-13); informazioni al numero 091.588001.
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