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Quella volta che incontrai Agnese Borsellino e mi disse...

Agnese Borsellino, vedova del giudice Paolo, assassinato il 19 luglio del 1992, si è spenta domenica 5 maggio. Il suo ricordo, nel racconto di un incontro

  • 6 maggio 2013

Io ti conosco. Tu sei il ragazzo buono...mi dai il braccio e mi accompagni per un po', con te? In mezzo a tutte queste persone, al tuo fianco mi sento più al sicuro. È successo 2 o 3 anni fa. Era la prima volta che incontravo Agnese Borsellino in vita mia, ma lei era convinta di conoscermi da tempo. Sapeva anche che mi chiamavo Vassily. Ancora oggi - soprattutto oggi - non so il perché.

Ero in via D'Amelio per una diretta radiofonica e per fare delle foto. Adesso ho solo vaghi ricordi. So solo che appena è arrivata - in uno di quegli ennesimi e odiosi 19 luglio - la signora Agnese venne circondata dai miei colleghi giornalisti che cercavano in ogni modo di spremerle una qualsiasi dichiarazione contro Napolitano e Berlusconi.

Anche io ero lì con la mia telecamerina, ma avevo già sostanzialmente finito di lavorare chiudendo il collegamento in diretta. Anche io ero un po', come dire, a "sciacallare" qualche frase e qualche immagine da poter vendere. C'era Rita, c'era Salvatore, ma era come se Agnese si sentisse sola tra tante telecamere e microfoni. A un certo punto ha alzato la testa, strabuzzato gli occhi e visto me.

Non so per quale motivo. Non riuscivamo a staccare lo sguardo l'uno dall'altra. 5, 10, 15 secondi. Si è avvicinata. Io le ho detto. «Buongiorno...». e lei quel: «Io ti conosco...». Chissà per chi mi aveva scambiato. O forse, conoscendo il mio nome - «...ma certo, sei Vassily...»- davvero aveva sentito parlare di me da qualche parte. Io mi sono sempre occupato di spettacoli e un po' di politica. Forse mi aveva visto in qualche concerto con Renzo Arbore. Chi può saperlo? Così l'ho accompagnata dall'albero dedicato a Paolo e agli agenti della scorta verso quel maledetto cancello.

Prima di lasciarmi mi ha tirato giù la testa e mi ha nuovamente guardato negli occhi per altri 10 secondi: «Oggi sei stato il mio angelo, resta così e cerca di innamorarti di una brava ragazza, perché persone buone come te sono un regalo del cielo». Mi sono limitato a sorridere per non piangere e le ho detto: «Ok, promesso». Così ci siamo salutati.

Non ci siamo più rivisti da quella volta.

Ora la immagino diretta verso il paradiso, con Paolo che, mentre fuma nervosamente, la aspetta su una nuvoletta solo per dirle: «Ce ne hai messo di tempo. Forza, andiamo. Giovanni e Francesca ci aspettano. Mi sono permesso di invitare anche Nino e Rocco alla tua festa...Benvenuta amore».

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