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Pericoloso per persone e ambiente: Sferracavallo chiede l'abbattimento del lido

L'ex stabilimento balneare Playa Bonita versa in completo stato di abbandono: le associazioni di Sferracavallo si mobilitano per lo smantellamento con eventi e flash mob

  • 25 luglio 2017

L'ex lido Playa Bonita a Barcarello

Da stabilimento balneare e popolare posto di ritrovo a ecomostro che grava sull'incolubilità di residenti e turisti: è la storia dell'ex lido Playa Bonita a Barcarello, posto sotto sequestro e relegato a un completo stato di abbandono.

La battaglia delle associazioni di Sferracavallo per rimuovere la fatiscente struttura continua. A guidare la campagna per lo smantellamento sono diverse associazioni di cittadini: il Comitato Il Mare di Sferracavallo, il Circolo Legambiente Mesogeo, Wwf Palermo Nord Occidentale, l'associazione Bambini di Sferracavallo, Posidonia e tante altre, tutte in prima fila ormai da anni nella protesta e operanti attraverso incontri e social network.

Dal 2014 l'edificio è intanto posto sotto sequestro e da allora regna l'incuria. Lasciato in balia di atti vandalici e di diversi incendi in pochi mesi, l'ex stabilimento balneare è passato dal volgere in un semplice stato di abbandono a diventare un edificio fatiscente.
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Ritenuto pericoloso per chi frequenta quella porzione di costa, è anche nquinante per l'ambiente e le acque sottostanti e si trova a pochi metri dalla Riserva Naturale Protetta di Capo Gallo.

Costruita originariamente come solarium, la piattaforma posta sopra la scogliera del lungomare veniva abitualmente smontata al termine della stagione turistica lasciando così libero respiro alla scogliera e all'area marina nella stagione invernale.

Con l'allungarsi della concessione demaniale all'intera durata dell'anno e la trasformazione del solarium in lido balneare e discoteca notturna, l'attenzione delle associazioni ambientaliste si è concentrata sul possibile impatto ambientale della struttura metallica sulle acque del litorale e sulla cava di tufo sottostante alla struttura.

A soffrire maggiormente del sequestro, scattato dopo una denuncia da parte di privati, è stato infatti l'ambiente marino che, senza alcuna operazione di mantenimento della struttura, ha visto riversarsi in mare una grande quantità di ruggine e detriti.

Degrado che ha scatenato una catena di eventi che ha visto tra le vittime anche i proprietari dell'ex lido, sottoposto ad atti vandalici, incendi e al furto di apparecchiature elettroniche e dell'arredo interno.

A oggi la struttura è al centro di un dibattito sull'abbattimento e di un processo giudiziario. Non hanno avuto alcun effetto gli esposti in procura e alla guardia costiera delle associazioni che spingono per lo smantellamento e sembra che nessuno possa intervenire fino alla decisione del giudice attesa per la primavera 2019.

A nulla sono valse fino a ora le diverse richieste di intervento alle istituzioni, ma la battaglia continua attraverso incontri, dibattiti e flash mob.
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