ATTUALITÀ
Patrimonio sommerso: i "codici" dal mare all'aeroporto
Per promuovere il patrimonio culturale sommerso siciliano, nella sala imbarchi del Falcone Borsellino è esposto per tutto il mese di agosto uno dei "codici" del mare
L'aeroporto Falcone Borsellino di Palermo diventa vetrina del territorio siciliano. Con l'obiettivo di divulgare e promuovere il patrimonio culturale sommerso, è esposto in sala imbarchi uno dei "codici" del mare, un prezioso reperto ripescato non lontano dal luogo dove fu recuperato il Satiro danzante.
Resa possibile grazie a un accordo tra la Soprintendenza del Mare dell'assessorato dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana e la Gesap (società di gestione del Falcone Borsellino), l'esposizione sarà fruibile all'interno dello scalo palermitano per tutto il mese di agosto.
Era l'estate del 2008 quando, non lontano dal luogo dove era stato trovato il Satiro Danzante, Francesco Adragna riportava alla luce un "codice", cosi definito perché composto da bifogli assemblati in modo da formare un libro composto da ben 30 fogli su cui non emergeva nessuna traccia di scrittura.
L'ipotesi che si trattasse di oggetto da commerciare venne confermata in seguito alla scoperta di un altro reperto simile ma più raro: un altro "codice", composto da 40 fogli di formato oblungo, dei quali alcuni uniti in bifogli e altri assemblati in un unico blocco piegato a soffietto.
«Siamo certi che l'iniziativa piacerà ai viaggiatori – commentano Fabio Giambrone e Giuseppe Mistretta, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato Gesap - perché lo scalo aereo rappresenta la vetrina del territorio. Stiamo lavorando a un progetto per la creazione di una mostra permanente all'interno del Terminal, di ciò che i turisti potranno osservare visitando l'Isola, ricca di storia, arte e cultura».
«Un altro tesoro di particolare e singolare natura ci viene restituito dal Canale di Sicilia e dalla marineria di Mazara del Vallo, che adesso e possibile ammirare anche in aeroporto - dichiara il soprintendente Sebastiano Tusa - grazie a un rapporto proficuo che la Soprintendenza del Mare è riuscita a tessere, evitando la dispersione di un patrimonio immenso e fondamentale per la conoscenza della comune civiltà mediterranea».
Lo scalo, che attualmente ospita due fedeli riproduzioni de la "Pietra di Palermo" e della piccola "Metopa da Selinunte", si arricchisce così di un ulteriore spazio dedicato a opere e reperti storici dimostrando uno spiccato interesse per la promozione del patrimonio culturale siciliano.
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