TEATRO
"Patchwork & Schattenlinie": la grande danza al Libero
Appuntamento con la grande danza internazionale al Teatro Libero, con "Patchwork & Schattenlinie", in scena dal 31 gennaio al 2 febbraio alle 21.15
La grande danza sperimentale diventa protagonista al Teatro Libero di Palermo con un doppio appuntamento che unisce sullo stesso palco produzioni internazionali, geograficamente distanti, ma accomunate dallo studio sul movimento e sul corpo.
Da giovedì 31 gennaio a sabato 2 febbraio sono di scena "Patchwork & Schattenlinie", creazione in due parti di Pierre-Yves Diacon e Chikako Kaido, con Pierre-Yves Diacon e Hyun-jin Kim. Una creazione frutto della collaborazione tra la compagnia Les Monde Transversaux di Neuchatel (Svizzera) e la compagnia Chikako Kaido (Germania). Gli spettacoli iniziano alle ore 21.15 e il costo del biglietto è di 18 euro acquistabile direttamente al botteghino del teatro. Maggiori informazioni al numero 091.6174040.
La prima parte dello spettacolo,"Patchwork", parte da una ricerca sul senso della danza e sul suo rapporto con il pubblico, che viene chiamato ad appropriarsi delle immagini e delle sensazioni della creatività più contemporanea. L'autore e performer Pierre-Yves Diacon unisce linguaggi diversi, tra cui quello della breakdance, per dare vita ad un lavoro carico di energia ed espressività.
Diacon, nato nel 1979, formatosi alla School for New Dance di Amsterdam, infatti, fa il suo primo incontro con la disciplina della breakdance all’età di undici anni, proseguendo il suo percorso professionale ad alti livelli dalla metà degli anni ‘90, lavorando come coreografo e danzatore contemporaneo. Dal 2002 comincia un suo personale percorso trasversale nelle pratiche della danza (breakdance, floorwork, contact-improvisation, danza moderna, tecniche.
La seconda parte, "Schattenlinie", è una coreografia di Chikako Kaido, intpretata da Hjun-jin Kim che si è lasciato ispirare dalle foto di Daido Moriyama e ha deciso di seguire un percorso fatto di scatti di luce dedicati alla solitudine e all'esistenza in linea d'ombra: lo sguardo corre dietro ad una serie di eventi in cui il soggetto non è dato dall'azione in sé, ma dall'impronta fotografica del movimento. Ne risulta una visione deformante dello spazio e un connubio unico con con l'installazione video di Semiramis Seiran.
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