TEATRO
Palermo riscopre il Finocchiaro: una storia a lieto fine
Una riapertura commovente quella del Finocchiaro, storico spazio di Palermo che ritorna alla vita come teatro di intrattenimento, votato al varietà e al café chantant
Perché ogni tanto Palermo riesce a non perdere, ma anche a ritrovare. Sembra difficile in quello che è un panorama di crisi, eppure capita che la città riesca a riscoprire degli spazi che sembravano essere persi per sempre: per questo la riapertura dello storico teatro Finocchiaro, in via Roma 184, è un evento che riesce ancora a farci sorridere.
Uno spazio tormentato, quello del Finocchiaro: dieci anni di silenzio, di porte chiuse. Un gioiello liberty nato nel 1923 che sembrava essere destinato a morire tra l'indifferenza di quei passanti che non riuscivano neanche a ricordare come fosse fatto.
Voluto fortemente dall'industriale del cemento Emanuele Finocchiaro e usato in passato come rifugio antiaereo durante la guerra, il teatro brillò dellle luci dei riflettori che si accendevano sul cabaret, sulla rivista, sulla prosa, sul cafè chantant e persino la lirica.
Sul suo palcoscenico di 180 metri, sotto lo sguardo di coloro che si accomodavano negli oltre mille posti (tra palco e platea) si esibirono personaggi del calibro di Totò, Aldo Fabrizi e Macario.
Eppure il declinò arrivò: pochi anni dopo la morte di Emanuele Finocchiaro, dopo essere passato ai suoi eredi, il teatro viene sfiorato da una bomba che colpisce un angolo del palazzo. Nel 1950 muta: diventa cinema, anche se fino al 1956 alterna anche qualche rara rivista.
Cambiando gestione, diventa il luogo dedicato alle pellicole western, poi ai film di arti marziali, poi cinema a luci rosse, dalle dieci del mattino alle sette di sera. Solo nel 1990 torna agli eredi Finocchiaro che lo portano avanti tra alti e bassi fino al 2004, anno della chiusura definitiva.
Adesso, dopo dieci anni, il teatro è stato ristrutturato e riconsegnato alla città: a curarsi di questo palazzo storico è un gruppo di giovani artisti riuniti sotto il nome di Bohemien, che dopo l'inaugurazione del 31 dicembre mirano a proporre una nuova stagione.
Una storia a lieto fine, che prevede una nuova luce fatta di visite teatralizzate, cene d'autore e musica d'altri tempi: una di quelle storie che vorremmo che Palermo ci raccontasse più spesso, e che ci fanno credere che per l'arte ci sia ancora un pizzico di speranza.
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