ARTE E ARCHITETTURA
"Nostre ombre dorate": la Sicilia dipinta da Peter Bartlett
Ha un titolo che si ispira chiaramente al Carducci e alla sua poesia la mostra di Peter Bartlett allestita nei locali della Galleria Elle Arte di via Ricasoli 45, a Palermo. “Nostre ombre dorate”, visitabile fino al 7 aprile, dalle 10 alle 12,30 e dalle 17 alle 19,30 dal lunedì pomeriggio al sabato, riunisce 27 opere tra pastelli e acrili che rievocano atmosfere mediterranee e orientali, in cui il mondo naturale si trasfigura in forme che sembrano appartenere alla dimensione del sogno. «Così: triangoli, linee spezzate, angoli acuti, bande acriliche di colore, dischi lambenti orizzonti rasserenati, fogliacee dilacerazioni di rossi e azzurri, linee intersecanti e ondulate, flagelli, raggi e saette stellari in pieghe notturne, tutto si trasforma in un caleidoscopio di vibrazioni, rese silenti lungo insinuanti pellicole, appena sommosse da elegiaci trasalimenti».
È questo il mondo di Bartlett come ce lo racconta il curatore della mostra Aldo Gerbino, un universo in cui si avverte «un riferimento a passioni sopite, pronte comunque a riaccendersi, a manifestare il proprio essere sostanza di pensiero, palpabile effetto di segni, suoni, impronte». La luce e il colore imprigionati dalla mano di Bartlett sono quelli tipici del Mediterraneo, così come lo sono i soggetti e le loro esplicite suggestioni orientaliste. La sua pittura conferma in fondo quali nuove prospettive possano aprirsi nell’immaginario di un pittore nordico che ad un certo punto del suo cammino artistico viene a contatto con la natura e l’arte siciliane. L’artista è nato infatti a Somerset, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra, nel 1953 e per più di vent’anni ha insegnato pittura, incisione, serigrafia e storia dell’arte, continuando tuttavia a dedicarsi con passione e costanza all’attività pittorica. Colpito dalla bellezza dei suo paesaggi, dalla ricchezza della sua cultura e della sua storia, si trasferisce nel 1998 in Italia.
È questo il mondo di Bartlett come ce lo racconta il curatore della mostra Aldo Gerbino, un universo in cui si avverte «un riferimento a passioni sopite, pronte comunque a riaccendersi, a manifestare il proprio essere sostanza di pensiero, palpabile effetto di segni, suoni, impronte». La luce e il colore imprigionati dalla mano di Bartlett sono quelli tipici del Mediterraneo, così come lo sono i soggetti e le loro esplicite suggestioni orientaliste. La sua pittura conferma in fondo quali nuove prospettive possano aprirsi nell’immaginario di un pittore nordico che ad un certo punto del suo cammino artistico viene a contatto con la natura e l’arte siciliane. L’artista è nato infatti a Somerset, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra, nel 1953 e per più di vent’anni ha insegnato pittura, incisione, serigrafia e storia dell’arte, continuando tuttavia a dedicarsi con passione e costanza all’attività pittorica. Colpito dalla bellezza dei suo paesaggi, dalla ricchezza della sua cultura e della sua storia, si trasferisce nel 1998 in Italia.
Adv
Nel suo “Grand tour” personale, che lo ha portato a lasciare l’Inghilterra per trasferirsi inizialmente in terra di Toscana, non poteva certo mancare l’esplorazione della regione nota al mondo come la terra del sole e del colore, che, nella ricerca pittorica dell’artista, ha simbolicamente significato un nuovo viaggio stilistico. Traendo ispirazione dai luoghi saturi di luminosità che solo in Sicilia è possibile trovare, Bartlett ha maturato una tendenza ad accendere le proprie tele di bagliori e sfumature cromatiche, traduzioni visive degli umori colti dalla percezione di un ambiente ricco e suggestivo come il nostro, in grado di offrire atmosfere dense da dipingere. E l’occhio di Peter Bartlett è quello di un uomo attento che con la natura stabilisce un rapporto affettivo e intellettuale, immergendosi nel mondo in cui vive per trarne l’essenza e narrarla in ogni tela.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|