ATTUALITÀ
Nel tetto del Forum i cassintegrati Coop protestano
Licenziamenti che non rispetteranno i criteri di anzianità di servizio e dello stato di famiglia: nel tetto del Forum sciopero ad oltranza dei dipendenti Coop
Futuro incerto e avvenire instabile. Questo quello che ha spinto quattro lavoratori cassintegrati del gruppo Coop 25 aprile ad occupare stabilmente il soffitto dell’ipermercato del centro commerciale “Forum” di Brancaccio da venerdì 30 marzo. Un gesto forte, un plateale atto di dissenso, una voce che rompe il silenzio omertoso di una città che non è più in grado di accettare a braccia conserte un destino infelice che, dietro ad ogni angolo, è già pronto a travolgerla.
Filippo Pisa, Stefano Pandolfo, Giovanni Fiore e Rosario Di Stefano. Questi i nomi dei quattro dei 164 dipendenti della Coop che da gennaio ha chiuso sei dei suoi punti vendita tra Palermo e Trapani, e ha messo in cassa integrazione i suoi impiegati. Da venerdì scorso, le saracinesche di tutti i supermercati sono calate a causa dello sciopero indetto a tempo indeterminato. La situazione stava diventando insostenibile e nessuno è stato più in grado di restare inerme. Per questo motivo il presidio sul tetto del Forum, tenuto con determinazione e dignità da questi quattro lavoratori esausti e preoccupati per il loro futuro. Dal basso arrivano i rinforzi: i colleghi agevolano i viveri tramite una cordicella di spago cui vengono legati cibo e acqua. Nessuno deve mollare. La security ha già annunciato che chi dovesse scendere da lassù, non potrà più risalire. Le condizioni sono al limite quasi, fanno i loro bisogni ad un angolo del terrazzo, di giorno il sole è cocente e la notte il freddo si insinua nelle ossa, tra i quattro c’è pure un diabetico insulina dipendente.
Quattro storie, quattro vite che si intrecciano e diventano paradigma di una condizione quasi esemplificativa in cui si ritrova quasi una famiglia su tre. Una crisi che non sta risparmiando nessuno e che ha portato in ultima istanza questi dipendenti a protestare contro licenziamenti a tappeto che non rispetteranno i criteri dell’anzianità di servizio e dello stato di famiglia. Quattro papà per quattro famiglie, e un coro di seguaci al seguito, che compiono un gesto di estrema ratio per una protesta che deve avere una voce. Una voce all’unisono per la garanzia di un posto di lavoro in un luogo che da sempre è stato sinonimo di solidarietà e di cooperazione. E oggi, quella Coop, dove è finita? Tra gli sguardi perplessi e a volte indifferenti dei passanti con i carrelli della spesa, la protesta continua in trepidante attesa dell’incontro tra i sindacati e la società.
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