CULTURA

HomeNewsCultura

"Le forme e la musica" al Conservatorio Bellini

L'iniziativa interdisciplinare parte venerdì 16 marzo e propone una riflessione sui linguaggi dell'arte, analizzando il rapporto tra musica e immagini

  • 14 marzo 2012

L’arte, si sa, è in grado esprimersi in molti modi e le pennellate di colore su una tela possono anche seguire l’andamento delle note su uno spartito; le forme di espressione comunicano tra di loro ed è partendo da questo assunto che il Conservatorio Vincenzo Bellini promuove “Le forme e la musica”, progetto interdisciplinare che propone una riflessione sui linguaggi dell’arte, analizzando i rapporti tra musica e immagini, intesi come contaminazione, ma anche come scoperta delle corrispondenze tra diverse forme di linguaggio artistico.

L’iniziativa parte venerdì 16 marzo alle ore 19, con l’inaugurazione della mostra “Riflessi: le macerie dell’immagine”: nei locali della Direzione del Conservatorio vengono esposte le opere del pittore Guido Baragli e per l’occasione il violoncellista Adriano Fazio esegue composizioni di D. Gabrielli, F. P. Supriano e J. S. Bach. Le opere rimangono poi in esposizione a ingresso libero, su appuntamento.

“Le forme e la musica” si compone di tre sezioni: la prima, dal titolo “Arti visive in Conservatorio” prevede l’esposizione di opere figurative di artisti contemporanei, a rotazione, durante tutto l’anno accademico. La seconda, “L’immagine dei suoni”, dà vita ad una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, lungo la ricerca dei colori della musica: i ragazzi del Conservatorio eseguiranno brani musicali, tradotti in immagini dagli allievi dell’Accademia. L’ultima sezione ha per titolo “Gli spazi della finzione. L’arte della scena” e si realizza attraverso l’esposizione di bozzetti e figurini prodotti per il teatro da numerosi artisti, tra cui Francesco Zito, Michele Canzoneri, Rossella Leone, Denis Krief e Fabrizio Lupo.

Il progetto riprende la teoria dell’”opera d’arte totale” di Richard Wagner: le forme espressive, siano esse poetiche, visuali, musicali o drammatiche, sono in rapporto di scambio ed è proprio la musica a guidare la comunicazione tra di esse, rivelando l’essenza più intima dell’uomo. Nel corso degli anni Cinquanta il compositore John Cage è diventato pioniere degli happening, incontri basati proprio sull’unione di diverse forme d’arte e musica: danza, poesia, teatro, arti visive; l’insieme aveva lo scopo di unire arte e vita, promuovendo l’ingresso dell’atto creativo nella vita di tutti i giorni. Dall’opera di Cage nacque in seguito la rete internazionale Fluxus, gruppo di artisti che sviluppò ulteriormente l’esperienza degli happening, costituiti da percezioni ed esperienze estetiche contenenti musica sperimentale, nouveau realism, videoart, arte povera, minimalismo e l’arte concettuale.

Oggi, più che mai, l’artista si rifà a questi concetti inclusivi, sperimentando nuovi linguaggi e processi, che lo conducono ad una nuova traduzione di suoni in immagini e, viceversa, di immagini in suoni. Ed è proprio attraverso questo percorso che “Le forme e la musica” vuole condurre il visitatore, rendendolo parte di una sperimentazione creativa. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.conservatoriobellini.it.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI