CINEMA E TV
La Voltapagine, la musica della follia
La Voltapagine (La tourneuse de pages)
Francia, 2006
Di Denis Dercourt
Con Catherine Frot, Déborah François, Pascal Greggory, Clotilde Mollet, Xavier De Guillebon, Christine Citti, Jacques Bonnaffé, Antoine Martynciow, Julie Richalet, Martine Chevallier, André Marcon, Arièle Buteaux
Un talento non comune a contrasto con una personalità fragilissima: la sostanza del dramma di Mélanie ha queste frastagliate origini. La vediamo, all’inizio del film, affrontare a dieci anni una prova decisiva, l’audizione per un’ammissione al conservatorio. Ad esaminarla c’è una celebre pianista Ariane Fouchécourt (un’interpretazione di Catherine Frot che lascia il segno). Disturbato dall’eccessiva esuberanza di una fan assai inopportuna, l’esame si risolve in modo disastroso e la piccola, dolce Mélanie lascia in lacrime la sala. Già dalla sua prima scena è annunciato l’inquietante sviluppo di questo “La voltapagine” di Denis Dercourt, presentato prima nella sezione “Un Certain Regard” a Cannes lo scorso anno e poi al prestigioso Courmayer Noir in Festival nel dicembre 2006. La sensibilissima bambina che ha il volto della brava Julie Richalet si trasforma nella vibrante presenza di Déborah François (una delle migliori interpreti del contemporaneo cinema francese, già notata né “L’enfant” dei Dardenne e giustamente premiata a Courmayer) che regala una speciale, impalpabile ombrosità al personaggio di Mèlanie adulta. Dieci anni sono passati dalla sfortunata audizione e la ragazza si sottopone ad una nuova prova presso lo studio dell’avvocato Fouchécourt (Pascal Greggory), che guarda caso è il marito della concertista Ariane. Conquistato dal suo zelo, l’uomo chiede a Mélanie di entrare a casa propria occupandosi del figlio. Da qui in poi il racconto si sviluppa all’interno dei canoni del noir psicologico, con la giovane voltapagine, determinata e sfuggente, impegnata a tessere un’insidiosa tela di ragno nel confronto con la sua antica esaminatrice, un’Ariane divenuta col tempo più ansiosa, impaurita com’è da un possibile fallimento professionale. Il freddo sadismo di questa relazione dagli ambigui risvolti saffici è contrappuntata dall’intensa colonna sonora di questo film intrigante e raffinato, le originali composizioni di Jérôme Pétament.
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