"La voce umana": amore, modernità e assenze al Lelio

L'amore è una cosa complicata, lo è ancor di più nell'era dei media, quella in cui uno strumento come il telefono diventa parte integrante di una storia, fatta di voci interrotte, di sensi incompresi, di una mancanza di sfumature che solo il confronto, viso a viso, può restituire.

"La voce umana" è lo spettacolo che, in scena al Teatro Lelio venerdì 12 febbraio alle ore 21.30, racconta di un'anima divisa in due, da un dolo straziante per un amore finito. Un atto, una camera, un personaggio e un dramma: quello dell'abbandono.

Protagonista della rappresentazione è Danila Laguardia che, con la regia di Giuditta Lelio, porta sul palco il celebre atto unico del grande autore e artista poliedrico Jean Cocteau che ripercorre drammaticamente la parabola dell'amore finito.

Una storia comune, quasi banale, ma straordinariamente ricreata a teatro per parlare di quella forma di incomunicabilità e di inganno che nasce dalla mancanza di un incontro diretto, dalla sofferenza che nasce dal non sapersi comprendere e da quel doversi lasciare andare con una lista di parole non dette, di pensieri inespressi perché a fare da muro divisorio c'è un telefono, un anonimo strumento moderno.