MUSICA
La "Musica nuda" del duo Magoni-Spinetti
Si può dire rappresentino una delle cose migliori che la musica italiana abbia prodotto negli ultimi tempi, per innovatività e originalità, interpretazione personale, tecnica e livello artistico. Ruffiano quanto basta ma artisticamente ineccepibile, qualcosa che era nell'aria, di cui si sentiva la mancanza e che improvvisamente si è materializzato nelle corde puntuali di Ferruccio Spinetti e nella plastica voce di Petra Magoni, in concerto giovedì 25 gennaio con lo spettacolo Musica Nuda, per la rassegna "Areacustica" che anima di buona musica il Ccp Agricantus di Palermo (via Nicolò Garzilli 89, ore 21.15, ingresso da 12 a 18 euro).
Lei, occhi da cerbiatta con un trascorso all’immarcescibile festival sanremese, lui, aria sorniona solo apparentemente svanita e pilastro portante della Piccola Orchestra Avion Travel, musicalmente sembrano fatti l'una per l'altro. Conosciutisi per caso in quanto "convocati" da comuni amici artisti per una serata concertistica, sulle note di Roxanne di Sting capiscono di condividere un comune territorio d’incontro artistco, che li riporta ufficialmente insieme poco dopo, a costituirsi in duo per un successivo concerto, complice l’indisposizione di un terzo musicista: fatta di necessità virtù, questo concerto diventa il loro banco di prova, per il quale mettono su un repertorio di svariati pezzi, parte dei quali finiscono di lì a poco sul primo "Musica Nuda". La loro "Guarda che luna" viene contemporaneamente scelta come sigla di una nota trasmissione radiofonica su RadioDue, e diviene subito una richiestissima hit che accompagna il picco di vendite dell’album, fatto inconsueto per un disco di jazz. Ed infatti il jazz è solo parte del loro patrimonio genetico: accomunati tanto dagli studi classici quanto dalla passione per la musica tout court, che li porta ad essere musicalmente onnivori sia come ascoltatori che come musicisti, i due posseggono nel proprio corredo cromosomico anche il rock, il pop e, ovviamente, la musica leggera italiana, ripercorrendo, attraverso la loro particolare formula, brani molto conosciuti, radicati – anche se in parte stranieri – nel DNA musicale italiano, da Battisti a Buscaglione passando per i Beatles, Sting e i Police, Bacharach e Gloria Gaynor, fino a pescare anche nel repertorio dei madrigali seicenteschi di Monteverdi e nelle partiture di Friedrick Händel.
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