ATTUALITÀ
La movida che non fa rumore: nuove regole a Palermo
Il Consiglio comunale approva piano di zonizzazione acustica, una mappatura della città che evidenzia densità abitativa e dati sull'inquinamento acustico
Prosegue imperterrita la sfida tra i locali notturni e il Comune di Palermo che, per tutelare i residenti, ha approvato la proposta inerente il piano di zonizzazione, una mappatura della città che evidenzia densità abitativa e dati sull'inquinamento acustico rendendo primario il diritto generalizzato al riposo.
Niente rumore in centro e in periferia: il regolamento sancisce il divieto di musica dopo la mezzanotte e l'una il venerdì e il sabato, cui si aggiunge anche il divieto di amplificazione all'aperto. Costato oltre 150 mila euro ed elaborato dall'Università di Perugia, il piano prevede che neanche i locali in cui si svolge la movida estiva possono alzare il volume delle casse.
In particolare, il piano suddivide la città in 2.829 microaree, ciascuna classificata in base all'uso prevalente: si va da quelle che ospitano aziende sanitarie e ospedali a quelle industriali. A ciascuna classe è associato un limite di emissione in decibel, distinti per fascia diurna (dalle ore 6 alle 22) e notturna (dalle 22 alle 6).
Il piano approvato dal Consiglio comunale mette in evidenza anche l'incidenza del traffico veicolare nei grandi assi stradali come via Libertà, via Dante, viale Lazio e viale Strasburgo ma anche la circonvallazione e viale Michelangelo sono zone sottoposte a forte rumore provocato da auto e camion.
Sono prese in considerazione tra l'altro una ventina di circostanze delicate, come scuole e ospedali accanto a fabbriche o in zone altamente trafficate, per cui il Comune dovrà adottare provvedimenti.
«Con questo importante Piano – dichiara il Sindaco Leoluca Orlando – vogliamo dotare la città e le sue istituzioni di uno strumento fondamentale per poter programmare interventi in diversi settori della vita cittadina che tengano nel giusto conto il diritto alla salute, perché di inquinamento acustico e salute stiamo parlando, così come il diritto alla vivibilità; il tutto sulla base di dati certi e scientifici».
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