ARTE E ARCHITETTURA
La magia messicana secondo Juan Esperanza
E’ carica di ironia, di bellezza e positività la produzione artistica di Juan Esperanza (Città del Messico, 1959) esposta nella personale “…di terre magiche” inauguratasi il 17 novembre alla Galleria Garage di Palermo (piazza Resuttano 2 e visitabile fino al 10 dicembre). La mostra, curata da Giulia Ingarao, ripercorre le varie tappe dell’opera dell’artista che partendo dalla pittura, nei primi anni 90, si snoda attraverso il patchwork e la scultura. Il corpo costituisce il fulcro, l’ossessione della ricerca di Esperanza che di volta in volta focalizza un singolo particolare: la testa, le mani, i capelli. Questa attenzione si rifà, non consapevolmente, come sostiene la curatrice, all’arte azteca. Ciò che a prima vista colpisce è la volontà di scardinare i limiti stessi della tela che sembra star stretta ai personaggi che l’artista rappresenta e che, utilizzando la tecnica della tela estroflessa, asseconda senza limiti. Questa tecnica, già ampiamente utilizzata da altri artisti, consiste nell’inserimento di oggetti di qualunque tipo e dimensione dietro la tela che quindi assume forme e sinuosità affascinanti per la creatività e capacità di immaginazione dell’artista. Su questa casualità si basa la nascita dei quadri di Esperanza.
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