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La biblioteca del Mediterraneo a Lettere

Balarm
La redazione
  • 19 novembre 2007

Ospiterà i centomila volumi della biblioteca centrale della Facoltà Lettere a Palermo e gli oltre duecentomila provenienti dai dipartimenti della facoltà diventando la più grande biblioteca dei saperi umanistici della Sicilia e tra le maggiori del Mediterraneo. Mille metri quadrati, tre piani, una sala lettura con 56 posti, arredi di design, pannelli solari che la rendono autosufficiente dal punto di vista energetico: la struttura, costata all’Università oltre 2 milioni di euro e arricchita dagli arredi e dagli impianti tecnologici donati dal mecenate tedesco Reinhold Würth, sarà intitolata al grande letterato Michele Amari, l’autore della “Storia dei musulmani in Sicilia”. L’edificio, il cui grande sotterraneo è collegato all’attuale biblioteca centrale della facoltà, è un nuovo “cubo” color rosa antico che si trova alle spalle di Lettere.

Presidente della multinazionale leader mondiale nel settore delle viti e dei sistemi di fissaggio, con un fatturato di oltre otto miliardi di euro e 62 mila dipendenti in ottanta Paesi, Würth ha sempre destinato risorse e passione a opere di mecenatismo legate all’arte e alla cultura, e vanta una collezione di quasi diecimila opere. Dopo avere finanziato il restauro della Cappella Palatina, ha scelto di investire sulla facoltà di Lettere. «E’ un modo per avvicinare la gente al mondo dell’economia e delle imprese – ha spiegato durante la sua lezione -. La nostra azienda ha l’obbligo di creare posti di lavoro, ma anche di migliorare il rendimento dei propri dipendenti attraverso azioni semplici e importanti come la gratificazione per un lavoro ben svolto». I lavoratori della Würth lavorano in fabbriche-museo progettate da grandi architetti e possono perfino portare a casa per un certo periodo di tempo alcune opere della collezione. Stretto il legame con la Sicilia, “rafforzato – ha detto l’industriale – dalla memoria del grande Federico II e dalle differenze culturali e climatiche che ispirano una reciproca voglia di conoscenza».

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