L’Isola Possibile: una rivista per una terra irredimibile?
Lo scorso martedì 27 settembre alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo è stata presentata la “rinascita” de “L’Isola Possibile”, mensile regionale siciliano di approfondimento, politica e cultura. Fra gli intervenuti ricordiamo Sebastiano Gulisano (direttore “L’Isola Possibile”), Gabriele Polo (direttore “il manifesto”), Ottavio Navarra (editore) e Claudio Floresta (redattore “L’Isola Possibile”). La testata, scritta e confezionata a Catania, è al suo quarto anno di attività e adesso, grazie al traino garantitole da “il manifesto” l’ultimo mercoledì di ogni mese, spera di raggiungere un pubblico più vasto e pronto ad accogliere un’alternativa critica all’informazione ovattata e paludosa che i grossi giornali regionali gli riservano. Il proposito ambizioso de “L’Isola Possibile” è quello di raccontare, attraverso le sue inchieste, i guasti occultati di una Sicilia dormiente che si crogiola stancamente nella sua irredimibilità. In soldoni, il giornale, che resterà in edicola per tutto il mese al modico prezzo di 1 euro, si occuperà in ambito locale di politica, mafia, giochi di potere, ma anche di migranti, fermenti sociali, volontariato e finanche di schegge di cultura sommersa e non, di cui valga la pena parlare. Nel numero di ottobre si distinguono l’articolo sull’antimafia di Giancarlo Caselli, le acute e succose inchieste sul governatore della Regione Sicilia Totò Cuffaro e sull’indotto Fiat di Termini Imerese.
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