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L’Isola Possibile: una rivista per una terra irredimibile?

  • 3 ottobre 2005

Lo scorso martedì 27 settembre alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo è stata presentata la “rinascita” de “L’Isola Possibile”, mensile regionale siciliano di approfondimento, politica e cultura. Fra gli intervenuti ricordiamo Sebastiano Gulisano (direttore “L’Isola Possibile”), Gabriele Polo (direttore “il manifesto”), Ottavio Navarra (editore) e Claudio Floresta (redattore “L’Isola Possibile”). La testata, scritta e confezionata a Catania, è al suo quarto anno di attività e adesso, grazie al traino garantitole da “il manifesto” l’ultimo mercoledì di ogni mese, spera di raggiungere un pubblico più vasto e pronto ad accogliere un’alternativa critica all’informazione ovattata e paludosa che i grossi giornali regionali gli riservano. Il proposito ambizioso de “L’Isola Possibile” è quello di raccontare, attraverso le sue inchieste, i guasti occultati di una Sicilia dormiente che si crogiola stancamente nella sua irredimibilità. In soldoni, il giornale, che resterà in edicola per tutto il mese al modico prezzo di 1 euro, si occuperà in ambito locale di politica, mafia, giochi di potere, ma anche di migranti, fermenti sociali, volontariato e finanche di schegge di cultura sommersa e non, di cui valga la pena parlare. Nel numero di ottobre si distinguono l’articolo sull’antimafia di Giancarlo Caselli, le acute e succose inchieste sul governatore della Regione Sicilia Totò Cuffaro e sull’indotto Fiat di Termini Imerese.

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Ci piace sottolineare che, dopo il quindicinale di cultura Stilos distribuito su scala nazionale, questa è la seconda iniziativa mediatica di un certo spessore che in pochi mesi i nostri cugini catanesi tirano fuori. Sotto la crosta coriacea del vulcano pare che ci siano continui sommovimenti; e non vorremmo porre la questione in modo provocatorio ma è così che ci viene fuori: i nostri uomini di penna e soprattutto gli editori, che fanno? Sempre fedeli al vetusto ma effettivo immobilismo di “gattopardiana” memoria? La diffusione di nuove realtà come “L’Isola Possibile” fanno intuire che, almeno nelle intenzioni, qualcosa sta cambiando. Dunque, meglio una speranza che il passivo leggiucchiare un quotidiano restauratore, sia esso di destra o di sinistra, i cui redattori, giornalmente, vengono allenati ad ammiccare ed a fare un passo indietro prima ancora che il notabile o l’alto prelato impongano il ghigno minaccioso. Per scongiurare l’imbarbarimento della mente c’è sempre una scelta, c’è sempre un’alternativa. Per maggiori informazioni dalla prossima settimana, una parte dei contenuti del giornale sarà anche online su www.isolapossibile.it

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