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L'Acquasanta e "L'isola pedonale che non c'è"

Dopo le proteste in strada e l'incontro con i commercianti il Comune di Palermo revoca l'ordinanza. Vita (breve) e morte di un'idea potenzialmente brillante

  • 2 agosto 2012

Abbiamo scherzato. L'isola pedonale all'Acquasanta non si fa più: l'annuncio arriva direttamente dal Comune, appena due giorni dopo l'entrata in vigore di un provvedimento che nel frattempo ha preso il via, senza troppi traumi, anche a Mondello (ma questa è un'altra storia).

È vero, i commercianti e i residenti della borgata avevano storto il naso. Anzi, a dirla tutta erano scesi in strada con tanto di cassonetti per bloccare il traffico e protestare contro la chiusura serale alle auto. Dopo il caos delle manifestazioni, e dopo un incontro in extremis all'VIII circoscrizione, questa è la risposta del Comune. Poche righe firmate dall'assessore alla mobilità, che vale la pena citare:

«A seguito dell'incontro - scrive l'assessore Tullio Giuffré - l'amministrazione comunale ha preso atto delle dichiarazioni dei commercianti della zona, secondo cui gli attuali livelli di vendita al dettaglio sono ottimali e la qualità della vita dei residenti è ottimale. Non possiamo che prendere atto che i commercianti e i residenti hanno ritenuto inutili gli interventi volti a valorizzare il potenziale turistico della borgata, chiedendo in modo unisono e a gran voce che sia lasciato il transito libero ai veicoli a motore. Abbiamo quindi deciso di revocare l'ordinanza di pedonalizzazione».

Letto e riletto almeno venti volte ma niente da fare: c'è qualcosa che continua a suonare stonato. Una specie di corto circuito, forse. Quello di una Palermo che si vorrebbe europea e internazionale e moderna ma che poi finisce per fare le cose a modo suo. Tra la scaramuccia da ragazzini e il «nenti ci fu, pigghiamunni 'u café».

E si, perchè - esaurito il fuoco della protesta - il tavolo tecnico tra gli assessori, i rappresentanti della circoscrizione e gli esercenti ha avuto in realtà toni pacati e incoraggianti. Sul tappeto sono finiti non solo i disagi legati all'isola pedonale ma anche le proposte (dall'illuminazione agli spettacoli) che gli stessi commercianti hanno avanzato per il rilancio della borgata. E che il Comune sembra aver ascoltato con interesse e apprezzato.

E invece? Invece la faccenda sembra finire proprio alla palermitana: con i commercianti che dicono "no" (e spiegano pure, anche se troppo tardi, il perchè) e il Comune che in quattro e quattr'otto ricorre al colpo di spugna. Come se l'isola pedonale lì fosse un'eresia, o una di quelle illuminazioni del mattino, di quelle che ti svegli e ti sembrano un colpo di genio ma al secondo caffè si sono già sgonfiate. Quando invece potrebbe non essere nè l'uno nè l'altro, ma al contrario una splendida idea dal potenziale enorme. A patto però di liberarsi una volta per tutte del (brutto) copione della sceneggiata palermitana.

Del resto bastano una passeggiata all'Acquasanta e una chiacchierata con la gente per scoprire che qui non è un cartello di divieto a fare la differenza. E che esportare il "modello Mondello" non basta. E che forse sarebbe bastato, chissà, ispirarsi al buon senso e all'esperienza (anche quella di casa nostra, intendiamoci, non c'è mica bisogno di guardare sempre allo straniero, per quanto sia quasi sempre utilissimo farlo).

Dialogando un pò di più, forse. Cercando accordi e soluzioni alternative prima, e non dopo, le barricate. Specie se nel progetto - quello delle singole isole pedonali ma anche quello più ampio di una città vivibile - ci si crede davvero. Ed evitando, soprattutto, che un'idea potenzialmente luminosissima si spenga, per l'appunto, al secondo caffè della giornata.
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