LIBRI
Joris-Karl Huysmans, un decadente “alla deriva”
Un povero diavolo consumato dalla vita, invisibile come tanti, celibe e impotente, si fa trascinare alla deriva come un relitto in una Parigi di fine Ottocento. Questo è il corpo di “Alla deriva” (:duepunti edizioni, 2007, pp. 92, euro 9,00) di Joris-Karl Huysmans, autore francese noto soprattutto per aver scritto nel 1884 un capolavoro del decadentismo come “À rebours”. Questo lungo racconto, o romanzo breve, edito dalla palermitana :duepunti, è un corrosivo resoconto della vita grama di un impiegato parigino, Jean Folantin, che giunto ai quarant’anni, si ritrova scapolo, disperato e per di più povero in canna. La sua insoddisfazione ci viene raccontata attraverso la sua grottesca ricerca di decenti posti dove mangiare, perché egli non è più in grado finanziariamente di sostenere il peso economico di una domestica che lo accudisca. D’acchito potrebbe sembrare uno dei personaggi maledetti di Dostoevskij, che scelgono l’abisso, appunto la deriva, ma si comprende subito che l’impressione è sbagliata: Folantin non ha dalla sua la forza della scelta, egli è guidato da delle semplici vicende che si alternano. Il registro comico del romanzo non deve far passare inosservato lo sguardo impietoso con cui Huysmans accompagna il suo personaggio. Folantin rimpiange un po’ tutto, ma non ha l’energia di forzare con un gesto l’immobilismo che lo pervade: la noia non viene rotta dall’anarchia, essa si perpetua nell’ordine di una vita arrendevole ed esausta.
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