ARTE E ARCHITETTURA
Installazioni esplosive per un'arte "al tritolo"
“Explosion #8/Sweets” è il titolo della personale di Loredana Longo (Catania, 1967) inauguratasi il 14 settembre alla galleria FrancescoPantaleone arteContemporanea a cura di Pietro Gaglianò (visitabile fino al 19 ottobre, Via Garraffello 25, Palermo; la galleria è aperta il giovedì dalle 16 alle 20, gli altri giorni su appuntamento). La mostra è in realtà una messa in esposizione di ciò che rimane di una performance, alquanto eccentrica, realizzata prima dell’inaugurazione.
Ci si può chiedere innanzitutto perché la performance realizzata da questa giovane artista catanese sia stata realizzata in precedenza. Il motivo è molto semplice: è troppo pericolosa per il pubblico. Infatti la passione di Loredana Longo, diversamente dai suoi più “romantici” lavori precedenti come “La stanza della fata dell’amore” realizzata nella Casa d’arte Stesicorea di Antonio Presti a Catania, consiste nell’innescare delle vere e proprie esplosioni in luoghi e stanze appartenenti alla vita quotidiana mentre l’avvenimento viene ripreso e registrato da una telecamera.
Insomma, la vita quotidiana, le ricorrenze familiari, ciò che dovrebbe rappresentare la quiete e la continuità delle tradizioni viene stravolto e minacciato. Proprio quella stessa frase che tante volte si ripete in tutte le migliori famiglie, “salvare le apparenze”, viene ironicamente applicata da questa artista al suo lavoro. Infatti è proprio la casa in cui le tradizioni si portano avanti che Loredana vuole simbolicamente imitare e concretamente disintegrare. Proprio in questi giorni, in Svizzera, l’artista ha fatto esplodere una tavola di Natale perfettamente imbandita.
In una precedente esplosione ha carbonizzato una camera da letto le cui federe perforate, anche queste sottratte al corredo di famiglia, vengono esposte in questa mostra. Possiamo parlare quindi di una vera e propria estetica della distruzione che ormai sembra aver contagiato, anche a causa degli eventi storici a cui abbiamo in questi anni assistito, l’intera cultura cinematografica, artistica e letteraria.
Il senso del pericolo, la minaccia può aver influenzato il lavoro di Loredana Longo così come l’artista di origini libanesi Mona Hatoum che ha realizzato diverse installazioni sul pericolo insito nella quotidianità. Ma mentre la Hatoum mette in mostra la possibilità di un pericolo, Loredana Longo crea un vero e proprio angolo di distruzione mettendo in circolo le sue energie negative, facendoci partecipi di un suo vissuto e di un suo sentire. Da terrorista esperta di esplosivi, femme fatale distruttrice e impietosa, Loredana si trasforma in dolce angelo del focolare che romanticamente riordina, cura e tutto ricostruisce anche dopo una gigantesca esplosione, proprio come una Madame Bovary pentita alle prese con i suoi sensi di colpa.
Ci si può chiedere innanzitutto perché la performance realizzata da questa giovane artista catanese sia stata realizzata in precedenza. Il motivo è molto semplice: è troppo pericolosa per il pubblico. Infatti la passione di Loredana Longo, diversamente dai suoi più “romantici” lavori precedenti come “La stanza della fata dell’amore” realizzata nella Casa d’arte Stesicorea di Antonio Presti a Catania, consiste nell’innescare delle vere e proprie esplosioni in luoghi e stanze appartenenti alla vita quotidiana mentre l’avvenimento viene ripreso e registrato da una telecamera.
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Questa volta l’artista ha deciso di far saltare in aria una tavola imbandita di dolci, meringhe, crostate e altre prelibatezze della cucina siciliana ben disposti su un tavolo apparecchiato con pizzi della nonna, porcellane e cristalli sottratti interamente al corredo di famiglia. L’esplosione è stata così forte da distruggere anche i vetri della galleria. Ma ciò che è più interessante è l’intervento dell’artista successivo all’esplosione: Loredana infatti ha riordinato i dolci carbonizzati, le stoviglie e i bicchieri scheggiati, i pizzi strappati esattamente come prima, come se nulla fosse successo. Insomma, la vita quotidiana, le ricorrenze familiari, ciò che dovrebbe rappresentare la quiete e la continuità delle tradizioni viene stravolto e minacciato. Proprio quella stessa frase che tante volte si ripete in tutte le migliori famiglie, “salvare le apparenze”, viene ironicamente applicata da questa artista al suo lavoro. Infatti è proprio la casa in cui le tradizioni si portano avanti che Loredana vuole simbolicamente imitare e concretamente disintegrare. Proprio in questi giorni, in Svizzera, l’artista ha fatto esplodere una tavola di Natale perfettamente imbandita.
In una precedente esplosione ha carbonizzato una camera da letto le cui federe perforate, anche queste sottratte al corredo di famiglia, vengono esposte in questa mostra. Possiamo parlare quindi di una vera e propria estetica della distruzione che ormai sembra aver contagiato, anche a causa degli eventi storici a cui abbiamo in questi anni assistito, l’intera cultura cinematografica, artistica e letteraria.
Il senso del pericolo, la minaccia può aver influenzato il lavoro di Loredana Longo così come l’artista di origini libanesi Mona Hatoum che ha realizzato diverse installazioni sul pericolo insito nella quotidianità. Ma mentre la Hatoum mette in mostra la possibilità di un pericolo, Loredana Longo crea un vero e proprio angolo di distruzione mettendo in circolo le sue energie negative, facendoci partecipi di un suo vissuto e di un suo sentire. Da terrorista esperta di esplosivi, femme fatale distruttrice e impietosa, Loredana si trasforma in dolce angelo del focolare che romanticamente riordina, cura e tutto ricostruisce anche dopo una gigantesca esplosione, proprio come una Madame Bovary pentita alle prese con i suoi sensi di colpa.
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