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Il “Teatro dei piedi” di Laura Kibel

  • 25 gennaio 2005

Quante volte vi è capitato di trovare fra gli interpreti di un testo teatrale una rotula o un calcagno o ancora una tibia o un perone? Anatomia a parte, questo strano cast lascerebbe basiti se non fosse che sappiamo bene di che cosa si tratta. Infatti stiamo parlando del “Teatro dei Piedi” di Laura Kibel, un’artista che da anni ormai (il suo debutto risale al 1989), con una tecnica assolutamente originale, propone spettacoli nei quali coinvolge mani, piedi, ginocchia ed altre parti del corpo. Il suo ultimo lavoro, “La Pe-Dante Commedia”, debutta al teatro Lelio di Palermo (in via Antonio Furitano 5/a) il prossimo 29 gennaio alle 21,30, con repliche fino al 1 febbraio con i seguenti orari: il 30 gennaio alle 17,30, il 31 gennaio e il 1 febbraio alle 10,30. La Kibel nasce musicista e cantautrice (è compositrice e insegnante di violino e flauto dolce) e dopo varie esperienze artistiche e professionali, sceglie il teatro di strada.

La sua tecnica estremamente originale e l’immediatezza di un linguaggio dove animazione, musica e tanta fantasia donano emozioni e sorprese, insieme con la sua notevole capacità di coinvolgimento del pubblico, costituiscono gli ingredienti principali dei suoi spettacoli, nei quali è ogni parte del suo corpo a essere attore: i piedi sono i suoi burattini mentre le ginocchia e le mani raccontano, danzano e suonano. Il teatro di Laura Kibel, come lei stessa racconta, parte da una forma di pantomima dei paesi dell’est europeo, dove il teatro di figura e di strada ha solide tradizioni e dove esiste da tempo l’uso dei piedi e delle ginocchia come facce vive; è quindi con l’ausilio di materiali poveri (nasi di gomma piuma) e quotidiani (camicette e fazzoletti) che si creano immagini di grande effetto. Sono tante le rassegne e i festival ai quali l’artista ha partecipato, in settori del mondo teatrale sempre più ampi, dal teatro di figura al cabaret, dal teatro per ragazzi al teatro da strada, riscuotendo negli anni un crescente successo costellato da vari premi.

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Questa “Pe-Dante Commedia”, ci mostra un Divino poeta molto carnale e spiritoso che, deluso dal mondo terreno dove imperversa il dolce stilnovo e nulla si combina, scende nell’Inferno in cerca di racconti piccanti e peccatori. Incontra così Francesca da Rimini, dal cui racconto sensuale e appassionato viene sedotto, poi scambia Nerone, grottesco artista incompreso, cinto d’alloro, per il suo collega Orfeo, quindi si imbatte in un Ulisse, tutt’altro che furbo, che narra del suo ultimo fatale viaggio, per finire poi con l’incontro con il conte Ugolino. All’illustre Divina Commedia assai presente, pur se in forma ridotta, sono aggiunte citazioni da altri famosi autori, gags e idee originali che alleggeriscono lo spettacolo, che ammalia a tal punto da far dimenticare che sotto il telo nero c’è una sola persona e che è una donna.

A proposito delle scritture degli attori per questa riduzione, che prevede sette personaggi, data la crisi imperante e pensando al materiale fisico a disposizione, ecco cosa dice la Kibel: “Abbiamo ingaggiato rotule, estremità, mani e pupazzi, scoprendone qualità innegabili, una messa in scena quanto mai rasso-Dante, risparmio su calze e scarpe e nessun rischio di abbandono di compagnia. La settimana scorsa, a dir il vero, dopo avere sottoposto i nostri attori ad un surplus di prove, c’è stata una piccola ribellione manifestata sotto forma di crampi dolorosissimi, ma finalmente, anziché il sindacato, per evitare lo sciopero è stato consultato un fisioterapista.”. Per informazioni telefono 091.6819122.

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