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I “Nuovi Mondi” del Teatro Massimo

  • 14 luglio 2005

Presentata con notevole anticipo rispetto agli anni scorsi, la nuova Stagione di opere, balletti e concerti del Teatro Massimo di Palermo si annuncia all’insegna del rilancio artistico e del recupero dell’identità multiculturale della città, che con la sua tradizione cosmopolita diventa il simbolo ideale del dialogo culturale fra Oriente e Occidente, ai nostri giorni di straordinaria attualità. La nuova squadra che guida il teatro cittadino, capeggiata dal sovrintendente Antonio Cognata e dal direttore artistico Lorenzo Mariani, ha infatti intitolato la prossima stagione “Nuovi Mondi”, immaginando un viaggio musicale che partirà dalla Sicilia medievale di “Re Ruggero”, opera inaugurale del polacco Szymanowski che debutterà in lingua originale il 13 novembre diretta da Jan Latham-Koenig. Questa sarà la prima delle cinque nuove produzioni in programma, fra le quali anche il classico verdiano “Un ballo in maschera” diretto da Stefano Ranzani con due voci maschili palermitane, Vincenzo La Scola e Nicola Alaimo, e la belliniana “Norma” diretta da Bruno Campanella con la regia di Walter Pagliaro, allestita in coproduzione con il Teatro Bellini di Catania. Il viaggio musicale nei “nuovi mondi” continuerà nella Turchia immaginata da Mozart per “Il ratto del serraglio”, che celebrerà il bicentenario della nascita dell’autore, con la regia dell’inglese Stephen Medcalf e la partecipazione di due artisti siciliani, il direttore Gabriele Ferro ed il soprano Desirée Rancatore. Le atmosfere orientali saranno rievocate nella Cina della “Turandot” di Puccini nell’allestimento presentato al Maggio Musicale Fiorentino, con la direzione di Nello Santi e la prestigiosa regia del cinese Zhang Yimou, autore di “Lanterne rosse”.

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Dalla Cina al Nuovo continente: il 25° anniversario della morte del compositore americano Samuel Barber sarà ricordato con un nuovo allestimento dell’opera “Vanessa”, diretta da Jan Latham-Koenig con l’orchestra ed il coro del Teatro Massimo. In programma anche due balletti: “Lo schiaccianoci” di Ciakovskj con la regia di Amedeo Amodio e la prima italiana del ”Don Chisciotte” di Minkus ispirato al romanzo di Cervantes con i danzatori della compagnia Kirov di San Pietroburgo. Il percorso musicale multietnico della stagione lirica si conclude infine nel luogo dove era iniziato, cioè in Sicilia, con un omaggio al compositore palermitano Franco Mannino: un nuovo allestimento dell’opera del 1963 “Il diavolo in giardino” su libretto di Luchino Visconti, che vedrà sul podio il maestro messinese Maurizio Arena ed avrà la regia del palermitano Roberto Andò. La massima istituzione teatrale cittadina, che vuole così rappresentare un ponte ideale fra civiltà diverse, apre le porte anche al mondo giovanile, organizzando con il DAMS, l’Accademia di Belle Arti e l’associazione “Amici del Teatro Massimo” seminari di educazione all’ascolto e visite guidate del teatro per gli studenti delle scuole e dell’Università, per i quali è previsto uno sconto speciale del 50% sia sui biglietti che sugli abbonamenti. Anche la stagione dei concerti, in programma da settembre a maggio, è stimolante ed aperta ai linguaggi musicali transgenerazionali: dalla sinfonia “Resurrezione” di Mahler diretta da Roberto Abbado al concerto dedicato alle melodie dei Beatles rilette in chiave classica dalle sorelle Labèque, Viktoria Mullova e Giovanni Sollima; dal recital del pianista Alfred Brendel all’omaggio a George Gershwin del direttore Wayne Marshall; dall’orchestra di giovani musicisti venezuelani dilettanti creata da Claudio Abbado come strumento di rieducazione sociale alla favola musicale “Pierino e il lupo” di Prokofiev raccontata dai comici palermitani Ficarra e Picone, una delle chicche impedibili della stagione.

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