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Gli architetti siciliani verso l’edilizia del futuro

Un convegno che porta con sè il segno della risoluzione promuovendo il primo vero passo verso strategie e soluzioni per la realizzazione della nuova città

  • 24 giugno 2012

Un ecomostro in Sicilia può dirsi una creatura mitologica e sempiterna, impassibile ai giudizi e all’incompatibilità con l’ambiente che l’abbraccia, un suo possibile abbattimento o una sua riqualificazione sono sempre sembrate fantasie passeggere più che applicazioni probabili. È il caso di Pizzo Sella, con le sue ville abusive prima confiscate e di recente riconsegnate ai proprietari; della “grande muraglia” di Piraino o ancora dell’orribile mostro di tre piani installato sulla battigia di Scala dei Turchi. Ben lontano da utopie avveniristiche o da illusorie promesse, il quinto Congresso regionale degli Architetti PPC di Sicilia tenutosi a Taormina da venerdì 22 a sabato 23 giugno ha invece lasciato il segno della risoluzione promuovendo il primo vero passo verso l’individuazione di chiare strategie e soluzioni per la realizzazione della “Città Nuova”.

La Consulta degli Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Sicilia, hanno portato sul tavolo della discussione i temi della qualità delle città, lo sviluppo urbano, valorizzazione dei territori, risparmio energetico e sicurezza dell’abitare, rigenerazione urbana sostenibile, la riforma della professione, i lavori pubblici e la qualità dell’architettura in Sicilia. «Un momento di rottura con un passato e l’inizio di una nuova fase - spiega Giovanni Lazzari, architetto e Coordinatore del Comitato Esecutivo del Congresso - I temi trattati devono rappresentare un nuovo start up. Partendo dal Riuso, un progetto per il Paese Italia che deve essere adattato anche nella realtà siciliana, il cui territorio, così fragile e compromesso, non può più permettersi di spostare in avanti nel tempo gli interventi di rigenerazione sostenibile».

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Riuso” è dunque la parola chiave dell’edilizia del futuro: l’iniziativa nazionale volta ad incentivare la “Rigenerazione Urbana Sostenibile” è stata sposata da architetti, ambientalisti e costruttori, convinti che la riqualificazione organica e strutturale della Sicilia rappresenti una priorità per garantire la sicurezza e la qualità dell’habitat dei cittadini e possa essere un volano economico per il settore delle costruzioni incentivando la ricerca e l’innovazione tecnologica.

Partendo dalla riforma delle professioni che investe anche la categoria degli architetti, si passano in rassegna tutte le noti dolenti del settore: la scelte consequenziali al nuovo piano città che dovranno tenere conto del fatto che il patrimonio edilizio italiano è in dissesto come rilevato da Lorenzo Bellicini, direttore CRESME (Centro Ricerche Sociologiche e di Mercato) che ha illustrato lo studio, commissionato dal CNAPPC, “Città, mercato e rigenerazione 2012, analisi di contesto per una nuova politica urbana”; la necessità di intervenire sull’eterno processo che porta i laureandi all’effettivo esercizio della professione passando prima per una via crucis in realtà poco formativa del tirocinio come auspicato dal Presidente Consiglio Nazionale Architetti PPC Leopoldo Freyrie; il bisogno di sdoganare la cattiva abitudine di intendere l’urbanistica come strumento funzionale al potere; fino alla necessità di rivedere il senso stesso dei compiti dell’architetto: «Gli architetti devono sapere unire etica ed estetica» ha sottolineato Leopoldo Freyrie, fiducioso che le istanze degli architetti italiani siano accolte dal governo Monti anche nel DPR di riforma degli ordini professionali, e non solo nel Decreto Sviluppo, che ha invece mostrato di voler condividere appieno le indicazioni della categoria.

E per citare una delle più esemplari applicazioni di Rigenerazione Urbana Sostenibile in Sicilia, basta conoscere il progetto di Mario Cucinella per Catania. Allievo di Renzo Piano, Cucinella è autore, tra gli altri, del progetto che vedrà, a partire dall’autunno, il restyling di Corso Martiri a Catania: «città che potrebbe diventare un laboratorio molto significativo per la Sicilia, che da una parte ha la necessità di recuperare una parte della città ferita, un luogo di degrado e dall’altra la voglia di rilanciare la città».

Una visione, quella della Rigenerazione urbana sostenibile che mai come odesso comincia a farsi concreta, mostrandosi come un caposaldo per un nuovo sviluppo economico, oltre che l’occasione per mettere a sistema le politiche europee, nazionali e regionali. Le priorità, come evidenziato al congresso anche dagli architetti Giovanna D’Attardi e Giuseppe Monteleone - Coordinatori del dipartimento Sostenibilità dell’Architettura – sono quelle di preservare il territorio e di mettere un freno al consumo di suolo attraverso un progetto di sviluppo e trasformazione urbana improntato sulla manutenzione e sulla riqualificazione urbana degli edifici, luoghi dove riusciamo a passare il 90% del nostro tempo e che per questo vanno resi più vivibili, verdi, sani e sicuri.
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