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Gibellina, saggio degli allievi teatranti

Balarm
La redazione
  • 23 giugno 2006

Gli allievi della Scuola di Teatro di Gibellina (Tp) diretta da Gigi Borruso avranno finalmente l'occasione di mettere alla prova gli sforzi finora compiuti col primo saggio del corso 2006-2007. Lo spettacolo, come suggerisce il titolo "S'i' fosse fuoco", richiama il teatro medievale, e come recita il sottotitolo, "giullarate, contrasti, canzoni, laude e poesie del duecento italiano". L'appuntamento è il 29 giugno all'Auditorium del Museo Civico di Gibellina alle 21.

Saranno messi in scena, tra gli altri testi di Cielo d’Alcamo, Cecco Angiolieri, Ruggeri Apugliese, Rinaldo d’Aquino, Francesco d’Assisi, Rustico Filippi e Jacopone da Todi. Tra gli allievi attori ci sono Marika Benfanti, Giuseppa Bonanno, Sara Bonino, Antonella Cammarata, Valeria Ferrante, Giuliana Giammarinaro, Rosaria Lanfranca, Chiara Messina, Calogero Murania, Vitalba Pace, Marina Saluto, Davide Sciacchitano, Sergio Signorello, Giuseppe Spataro, Angela Stallone, Fabrizio Tritico. Allievi scenografi sono Carlo La Monica, Filippo Pirrello e Valentina Saluto.

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«C’è grande trepidazione fra i giovani allievi che fin qui hanno animato questo viaggio emozionale e culturale - si legge nelle note di regia di Borruso - Oggi si misurano con il teatro medievale, un momento della storia del teatro la cui lezione è fondamentale per comprendere le radici della scena moderna e del nostro sentire. Apparentemente le parole e le immagini della scena medievale sono così lontane. Eppure in esse risiede una traccia del nostro cammino psicologico e storico. Per comprenderle è necessario un atto di umile abbandono. Significa misurarsi con una cultura dove letteratura alta e cultura popolare spesso si confondono e intrecciano; riscoprire la mimica antica eppur così immediata del giullare, il suo ghigno malizioso e paradossale; e ancora, immaginare l’altra faccia di quel teatro, quello della Sacra rappresentazione, animata dall’intenso pathos d’una religiosità vissuta in modo profondo, dove sacro e profano si incontrano e scontrano alla luce del sole in un atto di fede e di partecipazione corale della comunità».
red.

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