ARTE E ARCHITETTURA
Dal Serpotta a Ypsigrock: il caso del Museo Civico di Castelbuono
Diretto da una curatrice esterna, centro di sperimentazione e contemporaneità, cuore pulsante del festival di musica indie più noto d'Italia: il Museo è un "caso"
Museo Civico di Castelbuono
Ma la storia del Castello dei Ventimiglia, sede del Museo, è stato un piccolo "caso" già tempo fa. Era il 1920 quando i cittadini castelbuonesi si riunirono per comprarlo a un'asta pubblica e ci riuscirono, raccogliendo ventimila lire, dando vita a un perfetto esempio di "bene comune" in tempi non sospetti: l'inizio del secolo scorso.
Intorno agli anni Sessanta gli intellettuali e gli appassionati d'arte dell'epoca organizzarono invece un convegno, per discutere di un possibile uso del Castello come museo per poter esporre a cittadini e turisti parte del patrimonio artistico e territoriale della zona e, sempre nell'autonomia di chi ha fede nelle proprie possibilità, formarono un comitato per la creazione di un Museo Civico.
Questo è un passaggio importante che segna l'avvio di una buona pratica all'insegna della competenza. il Castello infatti, a differenza della maggioranza dei musei e delle gallerie siciliane, ha affidato la curatela dei suoi spazi espositivi e delle attività che vi ruotano intorno a una persona aliena alla politica e alle sue dinamiche.
Da quella data in poi tra le mura medievali della roccaforte si sono alternate riletture dell'arte sacra, mostre d'arte moderna e naturalmente interventi di arte contemporanea, nell'ottica di coniugare il territorio, la storia e il patrimonio presente con le più nuove espressioni artistiche e i suoi protagonisti nazionali e internazionali. Così nascono le quattro collezioni.
La collezione Urbanistica, che ricostruisce ai fini della didattica l'evoluzione storica del centro di Catelbuono e ne disegna lo sviluppo monumentale dall'undicesimo secolo, la collezione d'arte sacra che oltre a oro, argento e pietre preziose è allestita con dipinti, testi liturgici e paramenti sacri.
L'Archeologica è la sezione che approfondisce la storia stessa del Castello dei Ventimiglia attraverso pannelli didattici e con l'esposizione di reperti ritrovati durante il grande restauro degli anni Novanta tra cui sono stati ripescati dal passato anche oggetti da cucina. Infine la collezione Contemporanea che trova il nucelo nelle opere di Bardi, Cagli, Schifano e Ortega ma che viene incrementata dal 2010 il Museo grazie alle diverse acquisizioni.
A fianco della cappella barocca di Giacomo Serpotta, risalente al 1620 e che custodisce le reliquie di Sant'Anna, la direzione del polo museale lavora sull'identità e la rende viva e attuale con l'allestimento di mostre che attirano anche l'attenzione di testate nazionali e internazionali, compreso il New York Times, che cita le sale San Giorgio e le ex Scuderie per le mostre temporanee che vi vengono allestite e la Sala del Principe per i convegni e i concerti.
Non va dimenticato infatti che oltre a nomi dell'arte contemporanea internazionale come Manfredi Beninati, Alessandro Bazan, Francesco De Grandi, Luca Trevisani, Seb Patane, Letizia Battaglia, Carlo e Fabio Ingrassia, Fonte & Poe o ancora il Laboratorio Saccardi, il Castello dal 1997 è sede dell'Ypsigrock: festival di musica indie-alternative rock premiato come Miglior Festival Italiano agli On Stage Awards nel 2015. Quest'anno dal 13 al 17 agosto.
Grazie all'Ypsig la corte ha ospitato artisti come i Primal Scream, gli Editors, i Local Natives o gli Alt+J e i Blonde Redhead. Nomi che sono icone della musica indipendente e che attirano appassionati di festival da ogni parte del mondo, assicurando l'evento nella sfera dei migliori, sul piano musicale, d'Europa.
Era l'anno 1316 quando Federico d'Aragona re di Sicilia e Francesco conte di Ventimiglia, d'Yscle maggiore e Geraci e signore delle due Petralie hanno incominciato a edificare il Castello Belvedere d'Ypsigro.
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