Case nel 2015: in Sicilia cresce il mercato immobiliare

Per la gestione di una regione è fondamentale fare un bilancio generale per verificare quali siano state le criticità più sostanziose ma anche i fattori di sviluppo. Sotto esame è quindi l'anno passato, il 2015, e in particolare il mercato immobiliare che in Sicilia sembra aver vissuto una piccola inversione di tendenza rispetto al passato.

Tendenza positiva, dopo sette anni di crisi ininterrotta, per il settore delle compravendite degli immobili con una percentuale in salita del 4,8%. A livello provinciale, sono Palermo e Catania le città con il più alto numero di transazioni effettuate, ovvero 7.219 la prima e 6.134 la seconda.

Seguono con un significativo distacco, in ordine, Messina, Siracusa, Agrigento, Trapani, Ragusa, Caltanissetta e infine Enna. Ad avviare questa indagine è stato l'Osservatorio Mpi di Confartigianato imprese Sicilia che ha rilevato i primi segnali di crescita e risvegli del setto nell'isola.

Rispetto allo scorso anno, sono così cresciute del 4,8% le compravendite per gli immobili residenziali, pari a 30.076 transazioni effettuate e del 2,9% per quelli non residenziali, con 16.621 transazioni.

Percentuali comunque ancora non paragonabili rispetto alle quantità scambiate nell'anno pre-crisi (2008), con una flessione del 39,8% per gli immobili residenziali e del 31,8% per gli immobili non residenziali.

È possibile che questa fase di sviluppo sia collegata alla stessa, timida, inversione di tendenza che i dati dell'Istat hanno evidenziato per quanto riguarda il mercato del lavoro e il leggero aumento degli occupati a Palermo, che purtroppo rimane comunque in basso nella classifica in confronto al resto d'Italia.

A questo proposito, tornando alla questione del mercato immobiliare, secondo i dati dell'Osservatorio Mpi cresce, anche se di poco, il numero di occupati nel settore delle costruzioni che nel 2015 ha registrato 4 mila addetti in più, circa il 4,2% rispetto all'anno precedente; una crescita che arriva dopo anni di stasi in cui il mercato ha perso 60 mila addetti.