ATTUALITÀ
Capaci e quella "stele infame": è ancora polemica Rai
A pochi giorni dallo scandalo di "Porta a Porta" con Riina Jr, la Rai torna a peccare sul tema antimafia. Frase shock di Verdelli su Capaci, il Pd risponde: "Grave ignoranza"
Una “Storia della stele infame”, non ne voglia il Manzoni, non l'avevamo ancora sentita. Dopo la polemica Rai sulla puntata di “Porta a Porta” con Riina Jr, la bagarre tra servizio pubblico e lotta alla mafia torna sotto i riflettori.
A destare gli animi di politica e sfera pubblica, la frase shock del direttore dell’offerta informativa Rai, Carlo Verdelli, che dopo avere difeso la messa in onda dell’intervista di Bruno Vespa al figlio del boss, se la prende con la stele di Capaci.
«Perdonatemi se lo dico: ma quel monumento di Capaci, se qualcuno lo ha visto da vicino, è un’infamia» - queste le infiammate dichiarazioni con riferimento alle recenti intercettazioni di Riina Jr proprio riguardo al monumento.
La sua, una riflessione sulla pericolosità dello slargo in cui è posizionata la stele, ma le parole come sempre pesano più della loro emissione e non è tardata ad arrivare la dura risposta della politica isolana.
«Per noi tutti quelle due steli sono il simbolo dello Stato e dei cittadini onesti. Il monumento è un luogo di memoria, di silenzio, di riflessione e conforto», scrive Roccalumera , commentando con compostezza ma evidente rabbia le dure dichiarazioni del membro Rai.
«Purtroppo si tratta di grave ignoranza- dichiara il segretario provinciale del Pd di Palermo Carmelo Miceli- ignoranza e inadeguatezza nel trattare argomenti delicati come l’attualità di Cosa Nostra». Polemica su polemica, insomma, ma la vittima è sempre la simbologia palermitana e la lotta alla mafia: «La Rai- continua Miceli- ha forse voluto distogliere la nostra attenzione dalla polemica di Riina Jr, ma è proprio quello, ai nostri occhi, lo scandalo che rimane più grave. Il resto aggiunge ancora ulteriore rabbia».
E a colpire è la noncuranza affatto riflessiva della comunicazione pubblica. Chi parla di offesa, chi di oltraggio alla memoria del giudice, il problema sembrerebbe ancora essere l’inadeguatezza del linguaggio, per sua natura, pieno di responsabilità.
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