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Caos al Teatro Massimo: interviene la polizia nel foyer

La prova aperta del balletto "Cinderella" si è trasformata in una bagarre a causa di una incomprensione fra teatro e pubblico. Giambrone: è stato un equivoco che risolveremo

  • 8 maggio 2016

Doveva essere una tranquilla domenica di maggio, la festa della mamma per l’esattezza, da trascorrere all’insegna della cultura. Un’occasione ghiotta quella che offriva il Teatro Massimo con una prova aperta del balletto "Cinderella".

Il pubblico, accomodato in sala e sicuro di vedere lo spettacolo nella sua interezza, si è reso conto quasi subito che qualcosa non andava.

Niente luci, niente costumi, niente orchestra. Ballerini in abiti da prova e il coreografo che al microfono dà le indicazioni agli artisti. Quella per cui il pubblico ha pagato un biglietto (dai 15 ai 5 euro) non è la prova generale dello spettacolo, ma la prima prova aperta, di regia per esattezza. Solo movimenti scenici dunque.

Uno dei primi ad accorgersi della situazione è stato Giovanni Valenti, ballerino e docente di danza: «Solitamente hai la possibilità di vedere la prova generale al Teatro Massimo e per questo ero sicuro di vedere l’intero spettacolo pagando 15 euro. Al botteghino mi avevano detto che il biglietto era per la prova generale prevista per le 11.30 di oggi. Già alle 11.00 invece c’erano gli artisti che provavano e alle 11.40 nulla era ancora cominciato».

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«Quando ho chiesto alla maschera in sala – continua Valenti - mi sono sentito dire che la prova era quella e che non c'era nessuna prova generale. Sono subito andato nel foyer per chiedere spiegazioni e ho trovato già diverse persone che si lamentavano con il direttore di sala».

Di lì a poco è anche arrivata la polizia, chiamata dal pubblico che si è sentito truffato per non avere ricevuto informazioni chiare da chi ha venduto e promosso l’iniziativa. Fra il pubblico presenti scuole di danza e turisti, ma anche siciliani da diverse province attratti dal biglietto low-cost.

La lunga trattativa fra chi rappresentava il personale di sala e il pubblico, che nel frattempo si era interamente riversato nel foyer al termine della prova di regia, mediata dalle forze dell’ordine, si è conclusa con la sostituzione del biglietto, questa volta sì, per la prova generale, anche se i posti non potranno essere gli stessi.

La modalità per far apporre le sigle sul biglietto che garantiranno l'ingresso per la prova di giovedì 12 maggio, si è trasformata in una grande ressa ai punti informativi messi a disposizione nel foyer, con lamentele da parte del pubblico per il modo in cui è stato gestito l'imprevisto e spintoni alle famigerate "file ad imbuto" dei palermitani.

Il Sovrintendete del Teatro Massimo, Francesco Giambrone, fa chiarezza e rassicura: «Sul titolo di ingresso era chiara la dicitura "prova aperta". Tuttavia ho disposto di invitare chi vuole e ne ha piacere alla prova generale. Per tutti gli altri c’è la possibilità di fare un reclamo e noi certamente valuteremo in modo da prendere la più giusta decisione nel rispetto del pubblico e con la massima serietà».

Un tecnicismo linguistico che ha abbagliato: prova aperta e prova generale, la differenza è abissale per chi lavora in un teatro. Per il pubblico, evidentemente, no.

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