MUSICA
Brass Group: a rischio la Stagione concertistica
Il Brass rischia, dopo quarant’anni di attività, di non proseguire il proprio operato: potrebbero essere cancellati i progetti di cui da anni è promotore
Note stonate quelle provenienti dalla Fondazione musicale The Brass Group di Palermo. Ad emetterle non è stato un cantante poco preparato o uno strumento poco accordato, ma la voce profondamente indignata del direttore artistico Ignazio Garsia, il quale ha spiegato l'accentuarsi del disagio economico che affligge già da diversi anni la Fondazione. In segno di protesta, venerdì 15 giugno, alle ore 21, l’Orchestra della Fondazione si esibisce in un concerto gratuito davanti le porte del Real Teatro di Santa Cecilia.
Il Brass Group rischia, dopo quarant’anni di attività, di non proseguire il proprio operato e i grandi progetti di cui da anni è il promotore. Lo scorso gennaio l’intera Fondazione si è vista notificare un’ingiunzione di sfratto e il pagamento di circa 275.000 euro a titolo di indennità di occupazione per l’ultimo quadriennio di attività. Una cifra sicuramente troppo alta per le scarse finanze della Fondazione, che ogni anno lotta contro i tagli sui fondi regionali previsti. Circa il 70% in meno oggi è quello che riceve. A cinque mesi di distanza la situazione non sembra migliorata, anzi, la programmazione concertistica prevista per la sezione estiva, e quella autunnale successiva, rischia addirittura di essere cancellata.
Motivo di tale rischio risiede nel fatto che il finanziamento regionale previsto per l’attuazione del calendario dei concerti è troppo basso: Il Brass ha infatti ricevuto quest’anno soltanto 287.000 euro dalla Regione, che, rispetto al poco meno di un milione di euro che riusciva ad ottenere, è una cifra assolutamente inadeguata. Quest’estate erano in programma tanti concerti di grandissimi nomi noti nell’ambito del jazz internazionale, come il batterista Billy Cobham, che si sarebbe esibito il prossimo luglio, Ray Mantilla, un grande del latin jazz, e ancora, il direttore d’orchestra, tra l’altro uno tra i più grandi della musica contemporanea, John Clayton e tanti altri ancora. A partire dal prossimo autunno, invece, le produzioni orchestrali sarebbero continuate all’interno del Real Teatro Santa Cecilia e al Ridotto dello Spasimo con cadenza quindicennale partendo con Maria Schneider e concludendo con Diane Reeves, molti di questi spettacoli in prima europea.
Unitamente a queste attività concertistiche, inoltre, la Fondazione potrebbe ottenere da parte del MIUR il riconoscimento dei diplomi di I e II livello. Questi i progetti che la Fondazione intenderebbe attuare, nel rispetto della legge istitutiva dell’1 febbraio del 2006. «Allo stato attuale però - dichiara Ignazio Garsia - la Fondazione non è in grado di applicare il dettato normativo della legge. Ci sembra opportuno ricordare che tale legge, ancora in vigore, prevede l’esistenza di un’orchestra stabile, la promozione e la gestione di un centro studi e la formazione professionale attraverso la Scuola popolare di musica. Tutti gli altri enti lirico/sinfonici, nella stessa nostra situazione, hanno ricevuto i fondi regionali. Non un solo euro in più è stato recuperato per la Fondazione. A questo punto mi piacerebbe sapere - continua - cosa si vuole fare di questa legge e quindi della Fondazione, progetto unico nel territorio».
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