TEATRO
Beppe Grillo, in attesa di un nuovo rinascimento
I buffoni di corte in tempi assai lontani erano i soli i quali, fra risa e sberleffi, potevano dire in faccia ai re ogni verità circa il loro regno. E di certo grande doveva essere la loro sofferenza nel vedere le tristi realtà affermarsi nel tempo, e qui ci viene di pensare al fool, il matto, del “Re Lear” di Shakespeare (in scena peraltro qualche mese fa al teatro Biondo di Palermo), inascoltato portatore di verità. Per il grande Beppe Grillo, buffone arguto ma senza corte di alcun reame, senz’altro non è così, la gente lo ascolta (eccome!!!), stando all’entusiasmo col quale un attento pubblico di circa seimila persone lo ha seguito per tutte le due ore del suo ultimo spettacolo “Beppegrillo.it”, al palasport di via dell’Olimpo di Palermo, il 17 aprile. E sappiamo che è stato così anche in tutti gli altri suoi spettacoli in giro per l’Italia negli ultimi anni, confermando la propria indiscussa popolarità, nonostante l’assenza ormai più che decennale dagli schermi televisivi del nostro paese. Però col tempo ci sembra di scorgere nel nostro una crescente difficoltà nel ridere e far ridere. Non preoccupatevi, le risate ci sono, e tante (i tentativi di circoncisione di Fini, la scatola nera di Andreotti, il refrain di un’Italia “leggermente in controtendenza”, giusto per citare solo alcune fra le tante invenzioni ironiche e sagaci del nostro Grillo parlante, vera coscienza di un paese ormai alla deriva), e anche l’augurio finale che l’artista ha rivolto a tutto il paese, è pieno di speranza (l’attesa di “un nuovo rinascimento”).
Ma su tutto spicca l’invito che a gran voce il nostro fa alla platea e cioè utilizzare Internet, quale fonte di informazione libera e diretta, e non solo, ma anche quale veloce strumento di conoscenza (http://www.wikipedia.org, valida enciclopedia gratuita online) e di rivendicazione per richieste dirette agli interessati: a prova di ciò anche col pubblico palermitano, Grillo manda al Presidente della Repubblica Ciampi una e-mail per il ritiro delle truppe dall’Iraq (a conseguenza di quanto dichiarato al giornale “Libero” da Selva sulla missione italiana). In sostanza è il diritto all’informazione che il nostro cerca di tutelare e garantire, perchè solo il sapere può difenderci dai continui inganni che vengono orditi a nostre spese nel paese (leggi regime) in cui viviamo; e ancora l’attenzione alle parole, come basti poco per inventarsi un reato, e qui riporta l’innovazione pensata da Urbani, nel legiferare a proposito di musica e film per frenare i vantaggi offerti dalla rete ai singoli a scapito delle grandi major, mettendo la parola profitto al posto di lucro: ed ecco che chi scarica dalla rete brani audio o video per puro piacere personale compie un “reato”; oppure attenzione all’inceneritore, è così che deve essere chiamato per non incorrere in subdoli inganni; e ancora sulla sinistra, di come non sappia parlare con la gente (problema peraltro atavico, Prodi chiude il suo sito dopo appena venti giorni perchè non ha tempo di leggere le e-mail), e quindi dell’esagerazione sulla pirateria cinematografica (il tono minaccioso dello spot a riguardo sfiora il ridicolo).
Ci sarebbero poi da citare le incresciose classifiche (e sempre di fonti autorevoli si tratta) che vedono i parametri italiani (circa la “Libertà di stampa” per esempio) scivolare giù al 74° posto vicino ai paesi sottosviluppati (giusto per avere un’idea di quel che siamo diventati); e ancora l’invito ad abolire i prodotti monouso e cominciare a ripensare la vita in un modo diverso per un mondo migliore, ma ... ci fermiamo qua. Dopo tutto è facile sapere quel che Beppe Grillo ha da raccontarci, basta visitare il suo sito e trovare lì di tutto (compresi una serie di link assai utili da lui citati durante lo spettacolo); inoltre, se abbiamo noi qualcosa da raccontare, possiamo metterci direttamente in contatto con lui (anzi, ci invita a farlo), certi della sua attenzione. Forse ci verrà sempre meno da ridere, però sicuramente nell’anima potrà albergare un sorriso di soddisfazione pensando a tutta questa informazione che gira e magari, noi siciliani, riusciremo a farci perdonare quella terribile faccenda dei 61 seggi di qualche tempo fa, una cosa questa che ancora fa andar di matto il nostro...
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