CULTURA
"Ballar'Orto", il mercatino bio-eco-art-solidale a Ballarò
Un mercatino biologico, ecologico, artistico, ma soprattutto solidale volto al consumo critico nel quartiere Ballarò di Palermo: nasce "Ballar'Orto" nel centro storico
Questo week end lasciate da parte gli affollatissimi centri commerciali, quelli con commesse isteriche e clienti frenetici. Questo fine settimana concedetevi un ritmo di qualità. Dopo mesi di silenzio sul tema “mercatini di quartiere”, finalmente sabato 11 maggio, dalle ore 16.30, partirà “Ballar'Orto” il nuovo mercartino bio-eco-art-solidale nel centro storico (presso il Giardino di Handala, via G. Barbieri, traversa di via Porta di Castro).
L'iniziativa è stata pensata dall'associazione di promozione sociale Gentilgesto - esercizi d'arte quotidiana, insieme all'associazione Handala e al gruppo d'acquisto solidale Bi.bi.g.a.s. Questi tre gruppi, unitamente ad artisti e artigiani, hanno deciso di dedicare una giornata, che si spera sia solo la prima di una serie, all'interno di un giardino nel quartiere di Ballarò, in uno spazio un po' fuori dal mercato ma comunque limitrofo al territorio.
Un mercatino biologico ed ecologico, con l'ortofrutta, autoproduzioni artigianali di un commercio equo e solidale, con la vendita, ad esempio, delle ceramiche dell'associazione “Gentilgesto” oppure dei giocattoni in legno. Questa pausa durata qualche mese, ha tuttavia rafforzato lo spirito di questi mercatini. L'intenzione delle associazioni è quella di ripartire, di ricominciare non troppo in sordina, mantenendo comunque una traccia di quello che fu il mercatino “Fiorinzucca”.
Ce lo spiega proprio Delia Russo, rappresentante di "Gentilgesto", che abbiamo i giorni scorsi visto protagonista del documentario “La rivoluzione del filo di paglia”, realizzato da Giorgia Chiara Luna Sciabbica. L'intento della regista, diplomata lo scorso al Centro Sperimentale di Cinematografia (sede Sicilia; il documentario è, appunto, il suo saggio di diploma), è stato quello di mettere a fuoco il rapporto tra la terra e le città, ormai legate da un impercettibile filo. La vita cittadina è condizionata da un ambiente soffocante che induce a soddisfare bisogni artificiali, costringendo l'uomo ad allontanarsi dalla natura. Da qui il bisogno primario dell'uomo, il cibo, viene totalmente stravolto in rapporto con lo stesso.
Attraverso le storie di quattro personaggi, l'autrice ha così messo in luce come sia possibile praticare una politica del “consumo critico”, nonostante la vita cittadina. Una vera e propria rivoluzione “del filo di paglia” come lei stessa la rinomina. Delia Russo, racconta di come sia stata difficile quest'avventura: «Avrei preferito imparare a memoria un copione, forse. Essere ripresi nella quotidianità è difficile e ancora di più lo è interpretare se stessi. Ma per fare conoscere questa realtà, tutti, ci siamo sottoposti a questi con grande entuasiasmo». E noi ci auguriamo, dunque, che quello di sabato sia soltanto il primo appuntamento...
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