TEATRO
"Anfitrione": la commedia latina al teatro Lelio
La commedia di Plauto è detta "degli equivoci", basata sulla confusione tra i personaggi umani e le divinità che ne hanno assunto le sembianze
La commedia latina, un ritorno alle origini del teatro con uno dei drammaturghi più celebri: si tratta di "Anfitrione", commedia cinque atti e un prologo, scritta dall'autore latino Tito Maccio Plauto, che sarà sul palcoscenico del Teatro Lelio (via Antonio Furitano 5/a, Palermo) domenica 3 aprile alle 18. L'opera narra la vicenda di Anfitrione, eroe tebano, che si allontana da casa partendo per la guerra e lasciando la moglie Alcmena. In sua assenza però entrano in scena due divinità: Giove e Mercurio, trasformatisi rispettivamente in Anfitrione e il suo servo Sosia. Giove, infatti, desidera trascorrere una notte con Alcmena; in assenza del marito della donna, si trasforma in quest’ultimo dormendo per una lunga notte con lei.
Una volta tornati dalla guerra, i veri Anfitrione e Sosia scoprono che Giove e Mercurio hanno assunto le loro identità: il protagonista dovrà accettare il tradimento ordito da Giove che ha trascorso la notte con la moglie Alcmena; in un primo momento è accecato dalla passione, e infuriato decide di vendicarsi, ma non può che sottomettersi al volere del padre degli Dei, di chi è al potere e quindi accettare la beffa di marito “cornuto”. "Anfitrione" è il classico esempio di quella che viene chiamata “commedia degli equivoci”, basata sulla confusione, in questo caso creata tra i personaggi umani e le divinità che ne hanno assunto le sembianze. Con la regia di Giuditta Lelio, la commedia di Plauto tocca i temi dell'identità, del doppio, strumento e motore della vicenda mitologica dell'infatuazione del dio Giove per l'umanissima Alcmena.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
Il borgo in Sicilia che "vive" in simbiosi col mare: la spiaggia ti incanta al primo sguardo