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Luoghi (magici) per "bagni di foresta": cos'è lo Shinrin yoku e dove praticarlo in Sicilia
Una disciplina nata in Giappone i cui effetti benefici sono al centro di un nuovo modo di prendersi cura di se stessi immersi a contatto con la natura
Che camminare nella natura sia un toccasana è risaputo da tempi immemorabili, l’effetto rigenerante della montagna e dei suoi boschi è considerato una terapia riabilitativa vera e propria e non da oggi.
Negli ultimi anni una pratica che arriva dall’oriente invita ad andare oltre la semplice camminata e propone delle vere e proprie "immersioni nella foresta" per rigenerarsi entrando in sintonia con madre natura attraverso tutti e cinque i sensi.
Questa disciplina, chiamata Shinrin yoku, è nata circa quarant’anni fa in Giappone ed oggi ha adepti in tutto il mondo. Negli Usa è stata ribattezzata Forest bathing o Forest therapy.
Secondo i fautori di questa pratica olistica non tutti gli alberi hanno lo stesso effetto, sono da preferire le latifoglie tra cui leccio, quercia e faggio.
Viene del tutto naturale entrare in uno stato meditativo ed il controllo del respiro permette di assaporare gli odori del bosco, con i suoi oli essenziali e le essenze aromatiche.
In anni recenti il CNR in collaborazione con il CAI ha pubblicato il testo Terapia forestale in cui, nero su bianco, vengono elencati gli effetti benefici dei bagni di foresta.
È ampiamente dimostrato che migliorano l’umore, aiutano la concentrazione e riducono lo stress. In Trentino e in Alto Adige sono numerose le strutture che propongono ai loro ospiti attività mindfulness, come yoga e shinrin yoku, guidate da esperti. Anche in Sicilia questa nuova pratica ha i suoi adepti, che possono essere singoli cultori o gruppi guidati da una nuova figura, quella del forest coach.
Sicuramente nella nostra regione non manca la materia prima, boschi e foreste ricoprono una superficie complessiva di circa 340 mila ettari e, anche se non equamente distribuiti, si trovano superfici boscose naturali o frutto di rimboschimento in tutte le province.
Nessun siciliano ha bisogno di percorrere più di un’ora di macchina per raggiungere quella più vicina a casa sua e le specie arboree tipiche dell’isola sono proprio quelle adatte allo shinrin yoku. Volendo fare una disamina dei luoghi che possono prestarsi ad un bagno rigenerante nel verde della foresta, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Il parco delle Madonie offre una grande varietà di boschi, volendo citare uno dei più interessanti non possiamo non immaginare un percorso rigenerante lungo il sentiero degli agrifogli giganti presso Piano Pomo, raggiungibile da Castelbuono.
Rimanendo nel palermitano è sicuramente un luogo degno di attenzione il bosco della Ficuzza che si estende ai piedi della Rocca Busambra. Un tempo riserva di caccia dei Borbone oggi è una importante area protetta attraversata da numerosi sentieri. I boschi di leccio che circondano l’Eremo di Santa Rosalia alla Quisquina, sui monti Sicani, hanno un’atmosfera mistica, ricordano i paesaggi appenninici tipici dell’Umbria e della Toscana dove visse San Francesco di Assisi.
La sughereta di Niscemi e il bosco di Santo Pietro, presso Caltagirone, un tempo formavano un’unica foresta di querce da sughero vasta circa 30000 ettari, oggi sopravvivono alcuni lembi con esemplari pluricentenari dove è ancora possibile perdersi per qualche ora nel tentativo di rigenerare mente e corpo.
Negli Iblei sicuramente è la Riserva di Valle dell’Anapo e Pantalica quella dove più facilmente si può tentare una connessione con il mondo vegetale e nel piccolo borgo di Ferla si organizzano periodicamente i weekend del benessere con questo precipuo scopo.
Il parco dei Nebrodi è la più grande area protetta siciliana, qui si può camminare per chilometri dentro i boschi a querce e faggi che si estendono tra Floresta e Mistretta lungo tutta la dorsale della catena montuosa.
Degno di nota è sicuramente il Bosco della Tassita, in territorio di Caronia, facilmente raggiungibile dalla SP 168 in località Portella dell’Obolo. È così chiamato perché vi vegeta il Tasso comune, un albero considerato un vero fossile vivente, presente con esemplari centenari capaci di evocare ambienti fiabeschi.
A detta di molti è il bosco più bello dell’intera Isola. Tra Roccella Valdemone e Montalbano Elicona troviamo il bosco di Malabotta, altro luogo che invita a trascorrere qualche ora in totale immersione nella natura, specialmente lungo il sentiero dei patriarchi, un itinerario tra querce centenarie che si trova non lontano dalle rocche dell’Argimusco.
Un veloce giro dell’Isola tra i luoghi ideali per la terapia forestale, non può che concludersi sull’Etna, nei boschi di Milo, alla ricerca dell’Ilice di Carrinu, un grande leccio ultracentenario che non finisce di emozionare chi riesce a raggiungerlo, una sorta di santuario della natura capace di incutere soggezione, luogo ideale per riconnettere mente e corpo con l’ambiente circostante.
E non è un caso se proprio nelle campagne tra Milo e Fornazzo, vicino ai boschi era andato a vivere, Franco Battiato, un pioniere di pratiche olistiche come yoga e meditazione.
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