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Lo schiaffo morale al decreto Salvini arriva da Palermo: quando a vincere è l'umanità

Siamo in un circolo Arci del quartiere Ballarò che in 48 ha raccolto oltre 2mila euro di donazioni per sostenere le attività e i servizi che i ragazzi offrono ai migranti

  • 28 settembre 2018

I membri del circolo Arci Porco Rosso

Il giorno in cui si approvava il "decreto Salvini" su immigrazione e sicurezza, un decreto che sconquassa non poco il sistema d'accoglienza del nostro Paese guardato da tutto il mondo con ammirazione, il primo schiaffo morale al Ministro e a tutto il governo giallo verde arriva da Palermo.

Più precisamente dal quartiere del meltin pot Ballarò dove da qualche anno il circolo Arci Porco Rosso aiuta e supporta con sportelli e incontri (o semplicemente con il wi fi a disposizione di tutti) i migranti spaesati che dopo mille peripezie arrivano a Palermo.

Dentro questo piccolo circolo che si trova a piazza Casa Professa esiste lo sportello sans-papiers (senza documenti) dove si supportano e assistono le persone a prescindere dal loro status giuridico, donne e uomini di tutte le età.

«Cerchiamo di indirizzarle ad altre strutture di sostegno come sportelli legali e fili diretti con ospedali e dormitori» raccontano dal circolo.

Un luogo, il Porco Rosso, che in questi tempi in cui la paura del diverso sembra imperversare, sembra esistere forte e determinata una resistenza.
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I membri del circolo non sono soli nelle loro battaglie, lo dimostra l'accorata risposta che hanno ricevuto dopo il lancio di una campagna di raccolta fondi su GoFundMe per coprire le spese di gestione e mantenimento della struttura.

«Dopo 48 oe dal lancio della campagna dove chiediamo in totale 12mila euro - racconta Fausto Melluso, responsabile dello sportello - abbiamo già raccolto 2mila euro di donazioni».

Un successo insperato anche per loro. Lo sportello Sans-papiers trova la sua forza nell'essere una piccola comunità, sempre aperta, che si alimenta delle storie e dello spirito dei suoi partecipanti.

«Ascoltiamo le persone, costruendo relazioni di fiducia, e le indirizziamo verso i luoghi di sostegno con cui siamo in rete: sportelli legali, presidi sanitari, ma anche verso dormitori, che a Palermo sono troppo pochi, e mense» continua Melluso.

«Non lo facciamo come un "servizio", agiamo da comunità: chi viene può dare una mano oltre a riceverla. Pensiamo che la sicurezza stia nei diritti, ed è la criminalizzazione dei migranti ad essere il problema, non le migrazioni».

E aggiunge: «Oggi troppe persone si trovano in una condizione di clandestinità incolpevole, spesso illegittima, e questo non consente loro di avere un progetto di vita alla luce del sole e li condanna all'emarginazione sociale».

«Temiamo gli effetti del Decreto Salvini - spieaga - perché creerà ulteriore irregolarità, favorirà l'accoglienza peggiore e, quindi, acuirà tutti i problemi vorrebbe risolvere, indebolendo il nostro tessuto sociale».

L'importante, per i soci del circolo, è rimanere liberi e indipendenti, per questo arriva la raccolta fondi.

«Sono tante le spese che dobbiamo affrontare, a partire dall'affitto e dalle utenze – continua Melluso – Avere delle fonti di finanziamento diffuse e stabili è vitale per l'indipendenza di un progetto politico e mutualistico, perché ci fornisce l'opportunità di poter parlare con tutti restando liberi». Qui la campagna di raccolta fondi.
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