La Vardera si incatena davanti alla Regione: "Che fine ha fatto la legge anti-crack"
Protesta del deputato regionale e leader del movimento politico "Controcorrente" per chiedere che la legge regionale anti-crack diventi operativa e venga applicata

Ismaele La Vardera in protesta davanti a Palazzo Orlèans (foto da Instagram)
«A distanza di 6 mesi quella legge cui sono primo firmatario non viene ancora applicata. Per questo da oggi (17 marzo) e fino a quando non avrò risposte serie e concrete farò un presidio davanti la presidenza della Regione. Non volevo arrivare a tanto, ma avevo chiesto un appuntamento all’assessore Faraoni, senza però mai essere ricevuto», spiega il leader di "Controcorrente", movimento politico fondato dall'ex Iena dopo il "divorzio" da Cateno De Luca.
«Sospenderò la mia partecipazione nelle commissioni e non andrò in aula -aggiunge - fino a quando qualcuno non mi riceverà. Questo governo deve smetterla di giocare con la vita delle persone. La situazione all’Asp di Trapani è l’ennesima dimostrazione di quanto importi a questo governo della salute dei siciliani».
Una legge nata e richiesta, peraltro, "dal basso": voluta e fortemente richiesta dalle associazioni, insegnanti, comitati e studenti universitari. A sostenere e presentare il disegno di legge i deputati regionali riunti nell'integruppo formatosi all'Ars dopo la grande manifestazione del novembre 2022 organizzata a Palermo per chiedere interventi concreti.
«Non avevo intenzione di arrivare al punto di dovermi incatenare dentro la presidenza dell’Ars - spiega il deputato regionale Ismaele La Vardera - con me c’è anche il papà di Giulio Zavatteri e l’unica cosa che abbiamo chiesto è stata quella di avere dei chiarimenti su una legge che potenzialmente potrebbe salvare migliaia di giovani siciliani. Una legge al palo ormai da sei mesi solo perché mancano i decreti attuativi. Questa situazione è scioccante e non si può continuare così. Schifani deve darci delle risposte se no, da qui, non andiamo via».
«Ho raggiunto Ismaele - conclude il papà di Giulio, Francesco Zavatteri - perché attendiamo da mesi le norme attuative della legge approvata lo scorso 25 settembre. Non è più accettabile che non si prenda in mano la situazione».
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