TRADIZIONI
La "pianta degli dei" svela il sesso del bambino: l'erba spontanea cresce in Sicilia
Diffusa un po’ ovunque e usata da sempre fin dai tempi più remoti, già per gli antichi era più di un'erba spontanea, usata oggi come aroma o condimento
Una pianta di finocchietto selvatico
Diffusa un po’ dovunque e usata da sempre fin dai tempi più remoti già per gli antichi non era semplice verdura come noi la usiamo in genere, come aroma o condimento.
Stiamo parlando del Foeniculum vulgare elemento immancabile nella nostra tradizione siciliana in cucina e non soltanto: al sud e centro Italia sono molte le regioni nelle quali questa specie vegetale è presente sulla tavola ma anche nella fitoterapia casalinga che si è trasformata oggi in quella diffusa medicina omeopatica.
Un'erba, così per semplificare, che vive quasi tutto l’anno, dalla primavera dove inizia a spuntare fino alla coda dell’autunno, il finocchietto si trasforma più volte ed ogni volta l’uso diventa diverso.
Ma andiamo alle numerose curiosità che lo accompagnano e che coinvolgono il lato ancestrale e magico del contesto antropologico.
Veniva usato perennemente in cucina - soprattutto nel medioevo dove la conservazione dei cibi era alquanto difficoltosa - per coprire i cattivi odori che si generavano quando le pietanze non erano più freschissime.
A proposito di questo si racconta una leggenda: Gesù mandando Pietro a comprare del vino, al ritorno quello che portò era diverso da quello che aveva assaggiato, si presentava con una punta di acidità simile all’aceto e alla domanda se prima di assaggiarlo gli avessero fatto mangiare qualcosa, Pietro rispose pane e finocchio.
Da qui il detto di infinocchiare proprio per la capacità del finocchietto di simulare i sapori, addolcirli e stemperarne alcune note “dolenti”.
Altra storia è quella legata alla mitologia greca: a dare il nome a Maratona - la Marathon della famosa battaglia - è proprio il Foeniculum vulgare che in Grecia si chiamava marathon e nel luogo ne cresceva così tanto da dargli addirittura il nome.
Pianta degli dei, la preferita di Adone e il godereccio e allegro Dionisio doveva averla sempre presente alle feste voluttuose e baccanali. I gladiatori ne masticavano semi prima di andare a combattere per il suo potere energetico così come pure i soldati romani lo usavano per le lunghe marce, mentre i cristiani per affrontare il digiuno.
Veniva appeso fuori dalla porta per impedire al diavolo di entrare, i semi si mettevano a chiudere il buco della serratura per la prosperità della casa, e non ultimo per la fecondità della famiglia.
E forse, ma proprio forse, in un gambo cavo di questa pianta il coraggioso Prometeo nascose il fuoco rubato a Zeus, donandolo agli uomini che ne scoprirono la potenza e cambiando la loro vita per sempre.
Andando alla verità, questa incredibile pianta spontanea e aromatica cresce in molte zone oltre i 1000 metri di quota, appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere) conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà, una pianta perenne, dal fusto ramificato, che può raggiungere anche 2 metri di altezza.
Del finocchio selvatico si utilizzano i germogli, le foglie, i fiori e i frutti, impropriamente chiamati "semi", emana un profumo fresco e gradevole che ricorda l’anice e si presta ad arricchire e rendere speciali piatti di molte ricette regionali del sud.
Ma è, soprattutto, un medicamento naturale importante per le sue proprietà diuretiche, aiuta ad eliminare i gas e anti spasmo, aiuta a fermare il vomito e il singhiozzo, profuma l'alito, ha qualità rinfrescanti e rigeneranti.
Il fiore del finocchio è a ombrello e diventa giallo a fine estate, si riesce a raccogliere i semi come i contadini erano soliti fare, quando il fiore inizia a sfiorire prima che il seme matura completamente, si chiude intorno all'infiorescenza un sacchetto di carta perché così i semi non si disperdono.
È usato per profumare le olive in conserva e i semi vengono usati speso sul o dentro il pane, aggiunti ad alcuni dei nostri formaggi stagionati e nella nostra famosa salsiccia che è immancabile sulle tavole delle scampagnate e dei pranzi tipici in Sicilia.
Ma sono le foglie del ciuffo sminuzzate e cotte per la pasta con le sarde, uno degli ingredienti essenziali senza il quale non è possibile nemmeno pensare di farla, già calando gli spaghetti nella stessa acqua di cottura della verdura.
E per chiudere in dolcezza: era usanza, qualcuno se lo ricorda ancora, usare i semi di finocchio ricoperti di zucchero rosa o azzurro come ben auguranti per annunciare la nascita di un bambino o di una bambina in famiglia.
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