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L'origine del nome sembra ovvia (ma non lo è): le leggende sull'antico castello in Sicilia

Si raccontano due storie sul vero significato del nome di questo maniero. Sono molto diverse tra loro ed entrambe affascinanti. Ve le raccontiamo

Federica Puglisi
Giornalista
  • 7 settembre 2024

Castello di Donnafugata (Ragusa)

Lui la amava, quasi in maniera ossessiva. Lei invece voleva evitare quel matrimonio e fece di tutto per scappare da quell’uomo che non voleva. Non è una delle solite storie romanzate di qualche fiction televisiva, né qualche fatto di cronaca a cui ormai siamo abituati. Bensì una leggenda che si cela attorno al nome di un famoso castello che si trova in provincia di Ragusa.

Stiamo parlando del Castello di Donnafugata, un luogo che in molti conoscono, meta di visite durante tutto l’anno, perché è ben conservato e al suo interno si possono ancora visitare gli antichi ambienti in cui vivevano le famiglie nobiliari. In pochi sanno però cosa si cela dietro al suo nome.

O meglio a quella che è la leggenda di "Donnafugata", che con ogni probabilità però è un falso storico, per alcune vicende cronologiche ricostruite negli anni. La leggenda, tramandata negli anni, racconta di una donna che era tenuta prigioniera nel castello. Ma che riuscì a fuggire e a trovare la libertà tanto desiderata.
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La protagonista di questa storia sarebbe la regina Bianca di Navarra, che rimasta vedova, avrebbe assunto il ruolo di vicaria del Regno di Sicilia.

Era innamorato ossessivamente di lei il perfido conte Bernardo Cabrera, signore della Contea di Modica. Considerato un uomo scaltro quanto crudele, temuto dai sovrani di Palermo.

Si racconta, persino, che avesse un tesoro consistente in una capra tutta d’oro, che, secondo questi racconti popolari, sarebbe saltata fuori dal luogo in cui era nascosta dopo un incantesimo.

Ma qual era il rapporto con la nobildonna. Dicevamo che lui era follemente innamorato di Bianca, tanto da volerla tutta per sé. Allora, si racconta, che l’avesse fatta rinchiudere in una stanza del castello. Ma lei riuscì a fuggire attraverso la rete di gallerie che conducevano al parco che circondava il palazzo.

Da qui il nome dialettale "Ronnafugata", cioè "donna fuggita". In realtà, come detto, questo sarebbe un falso storico, in quanto la principessa non avrebbe mai abitato nel castello, perché ai suoi tempi, nel XIV secolo il palazzo non era ancora stato edificato.

Ma la leggenda, come si sa, ha tutto il suo fascino. E dunque continua ad essere tramandata e raccontata a chi si trova a visitare quell’antico castello. E c'è anche un’altra leggenda.

Si racconta di una donna che sarebbe stata trovata misteriosamente morta per soffocamento, cioè in dialetto “affucata”. Da qui il nome della dimora. In realtà per capire le origini del nome di questo sito, bisognerebbe risalire agli arabi.

Infatti con ogni probabilità sarebbe esistita da quelle parti una rocca araba, con insediamenti musulmani. E sarebbero stati loro a denominarla con questo termine. Infatti sarebbe stata soprannominata "Ayn as Jafat", cioè "fonte della salute", da qui la derivazione del termine di "Donnafugata".

Conoscendo dunque la leggenda di Donnafugata, potete adesso immergervi alla scoperta di questo castello. Ha un’area di circa 2500 metri quadrati e 122 stanze.

Il suo esterno presenta una facciata gotica orlata di merli, una galleria con coppie di colonnine ricche di capitelli. Gli interni sono davvero affascinanti: molte stanze mantengono ancora le pareti ricoperte di tappezzerie preziose, con arredi otto-novecenteschi, con stemmi nobiliari.

Al suo esterno curioso è il labirinto del Castello che si trova nel parco, probabile luogo di divertimento e gioco per le nobili famiglie. Lasciatevi dunque affascinare da questo luogo che è stato scelto anche come set di alcuni film, di serie televisive come "Il Commissario Montalbano" e persino dall’attore protagonista della fiction, Luca Zingaretti per il suo matrimonio.
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