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L'imperatore tedesco nella Valle dei Templi: perché si commosse 100 anni dopo Goethe

La visita in Sicilia fu particolarmente significativa: era il primo imperatore tedesco a visitare l'isola. A Palermo fu accolto da una folla di oltre 100.000 persone

Elio Di Bella
Docente e giornalista
  • 8 ottobre 2023

Valle dei Templi, Agrigento

Un secolo dopo Goethe, un altro illustre tedesco volle vistare la Valle dei Templi e anche lui si commosse dinanzi alla struggente bellezza dell’arte greca classica.

Eravamo anche questa volta in primavera, come quando arrivò il poeta tedesco e aprendo il balcone del palazzo in cui venne ospitato, esclamò: “Mai visto in tutta la mia vita uno splendore di primavera come stamattina al levar del sole…

Dalla finestra vediamo il vasto e dolce pendio dell’antica città tutto a giardini e vigneti, sotto il folto verde s’indovina appena qualche traccia dei grandi e popolosi quartieri della città di un tempo.

Soltanto all’estremità meridionale di questo pendio verdeggiante e fiorito s’alza il tempio della Concordia, a oriente i pochi resti del Tempio di Giunone; ma dall’alto l’occhio non scorge le rovine di altri templi… corre invece a sud verso il mare”. Non diverso deve essere stato lo stupore che fece trasalire l’uomo più potente della nuova Germania e certamente tra i leader mondiali più temuti in quello ultimo scorcio del secolo diciannovesimo: l’imperatore Guglielmo II.
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Lo invitò a Girgenti, un capo del governo italiano nato in provincia di Agrigento, a Ribera, l’ex garibaldino Francesco Crispi, che, divenuto presto filo monarchico, non nascondeva le sue simpatie per l’imperatore di Germania e intendeva rafforzare l’alleanza militare che l’Italia aveva stipulato con la Germania, su richiesta dello stesso Guglielmo II.

Una alleanza che era "Triplice" perché l’Italia aveva dovuto unirsi anche all’Austria, eterna rivale.

Oltre che a rafforzare l’intesa italo-tedesca, la visita in Italia di Guglielmo secondo con la moglie, intendeva rilanciare la promozione del turismo in Italia.

Arrivò con lo yacht imperiale Hohenzollern, a Porto Empedocle, il porto di Girgenti, il 6 aprile del 1896, dopo aver visitato Napoli, Pompei, Ercolano e Palermo, ricevendo grandi onori.

Venne in Sicilia soprattutto per visitare le bellezze archeologiche dell’Isola, che intendeva conoscere con cura. Crispi fece guidare la coppia regale (l’imperatore tedesco viaggiò insieme alla moglie Augusta Vittoria) dal maggiore archeologo e numismatico siciliano del tempo, il professor Antonino Salinas.

La visita in Sicilia fu particolarmente significativa, in quanto Guglielmo II era il primo imperatore tedesco a visitare l'isola. A Palermo fu accolto da una folla di oltre 100.000 persone.

La piccola Porto Empedocle, cittadina portuale divenuta comune autonomo solo da poco più di tre decenni, non volle sfigurare: lo yacht Hohenzollern gettò l'àncora ed abbassò la bandiera di poppa per salutare la città, L'Hohenzollern venne circondato da moltissime barche piene di gente che plaudiva agli Imperiali di Germania.

La musica cittadina intonò l'inno tedesco, mentre la folla di empedoclini acclamava calorosamente e freneticamente gettando fiori sui Sovrani.

Da quasi tutti i balconi sventolavano bandiere italiane e tedesche. La visita era stata da tempo preparata accuratamente dalle amministrazioni locali.

La città di Agrigento era retta dal sindaco, avvocato Nicolò Fiandaca e quella di Porto Empedocle da Giuseppe Malato.

Il panorama del porto e la folla multicolore che si assiepava alla marina, ai balconi, alle finestre formavano un magnifico colpo d'occhio, ci dicono le cronache del tempo.

Riportiamo il testo della Gazzetta Ufficiale Del Regno d’Italia del 7 aprile 1896, n. 82, alla pagina 1747: “Il yacht Hohenzollern, con a bordo l’Imperatore e l’Imperatrice di Germania coi figli e seguito, giunse ieri a Porto Empedocle, scortato dal Kaiserin Augusta.

Gran parte della cittadinanza si avviò verso le antichità agrigentine per acclamare gli Imperiali di Germania. Girgenti era animatissima ed imbandierata con bandiere dai colori Tedeschi ed Italiani. La famiglia Imperiale tedesca sbarcò a Porto Empedocle alle 10.00, accolta festosamente.

Essa si recò subito a visitare le antichità percorrendo la strada rotabile a mezzogiorno di Girgenti. Alle ore 11 cominciò la visita dei monumenti. Essa visitò primo il Tempio di Giunone Lucina; indi quello della Concordia e di Ercole, la grotta di Fragapane ed i tempi di Giove Olimpico e di Castore e Polluce. Le LL. MM. esternarono varie volte la loro ammirazione al prof. Antonino Salinas.

La popolazione agrigentina acclamò ovunque calorosamente i Sovrani tedeschi. Gli augusti ospiti fecero ritorno alle ore 12,10 a Porto Empedocle e risaliti sull'Hohenzollern ripartirono alle ore 14,20 per Siracusa, salutati dagli urrà dei marinai delle RR. navi Bausan ed Andrea Doria e dalle vivissime acclamazioni della popolazione.

Prima di lasciare Porto Empedocle S. M. l'Imperatore chiese del Sindaco e lo ringraziò dell'accoglienza avuta e dei fiori fatti pervenire a S. M. l'Imperatrice”.

Certamente la rada di Porto Empedocle non aveva mai visto una linea di navi così prestigiose, insieme, come l’incrociatore "Giovanni Bausan" della Regia Marina italiana, unico della sua classe, costruito nel 1885; "Andrea Doria", nave da battaglia pre-dreadnought della Regia Marina della classe Ruggiero di Lauria, entrata in servizio nel 1891.

L’incrociatore Kaiserin Augusta; e soprattutto lo "yacht imperiale Hohenzollern", con compiti di rappresentanza e di trasporto dell'Imperatore per le visite e le ispezioni. La tappa agrigentina dell’imperatore tedesco durò quindi solo una mattinata.

Guglielmo secondo visitò in quella primavera anche Monreale, Siracusa e Catania. L'imperatore tedesco espresse il suo apprezzamento per la bellezza naturale e culturale della Sicilia, e la sua visita contribuì a promuovere l'isola come destinazione turistica.

Il Kaiser è tornato in visita in Sicilia nel 1904 e nel 1908.
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