Inizia per gioco, ora espone anche a Cracovia e Venezia: chi è la siciliana "artista di paese"
Dipingeva all’interno di un piccolo spazio adibito per l’occasione a laboratorio. Figure e forme di ogni tipo e genere, per poi cancellarle. Poi la svolta. La sua storia

Maria Teresa Canalella
In quella porzione di Sicilia ancora inesplorata nel pieno entroterra siculo, l’imprevedibilità, l’abilità e la forza d’animo sono stati - sin dalla tenera età - gli espedienti che hanno accompagnato la pittrice nel suo lungo e tortuoso cammino per affermare la bellezza della pittura.
Nel racconto personale prova a rivivere - passo dopo passo - quanto sia importante l’apporto delle persone più care per portare avanti le passioni. Andiamo con ordine, entrando nella vita di un personaggio che ama la sua terra e da lì, con caparbia, ha cercato e cerca ancor oggi di far conoscere i particolari del disegno.
Nel piccolo centro di Mussomeli, a circa 50 km da Caltanissetta, nacque 50 anni fa Maria Teresa. Cresciuta in una famiglia semplice, inizia sin da giovanissima ad avvicinarsi al mondo dei colori.
La prematura scomparsa del padre e le preoccupazioni di dover lasciare la famiglia "sospesero" momentaneamente l’obiettivo dichiarato della sua adolescenza.
La scelta di continuare con un indirizzo (ragioneria) "poco desiderato" fu "di facciata" perché Maria Teresa, diciamola tutta, amava prendere un pennello e comporre dei capolavori.
La svolta avviene a 19 anni quando, una volta terminati gli studi, deve decidere cosa fare da grande. In un paesino ancorato dalle classiche considerazioni popolari: "Ci cunveni iri", "so cchè lu disegnu", "missa un si nni canta cu li quadri", l’importanza della mamma giocò un ruolo fondamentale per l’affermazione crescente del sogno.
«Mia figlia deciderà per il suo bene e avallerò ogni scelta che la faccia star bene!». Poche parole, tanti indizi e l’affetto di una "grande" madre, come dice la stessa Maria Teresa, sono state le basi per non mollare.
Decide di continuare per la sua strada e, con enormi sacrifici, studiò presso un’accademia privata.
L’impegno, la dedizione, i ricordi dei viaggi che da Mussomeli portavano a Santo Stefano di Camastra echeggiano continuamente. Grazie al supporto ricevuto, le qualità emersero giorno dopo giorno.
Oggi, chi e cosa rappresenta Maria Teresa per i siciliani? Inizia un nuovo percorso teso a far conoscere l’intuito, la genialità e le capacità pittoriche.
Non esiste un movimento artistico di riferimento, perché tutto è arte. Lei… intrepida e mai doma ha perfezionato i lavori su ceramica, pietra lavica, terracotta e tela. Ogni singolo soggetto è il protagonista di un prossimo capolavoro.
Sono circa 200 (tra questi il pannello del Cristo Re)! Decorazioni che vedono primeggiare i volti delle donne, un tema tanto caro.
Presidente di un’importante associazione (Fidapa), ha prevalso e portato avanti la difesa e tutela delle donne nel mondo. Aspetti che conciliano con le idee (personali), dove e (anche) la religione è una delle caratteristiche delle sue opere.
Immagini sacre e restauri di tele che hanno arricchito molti edifici religiosi della provincia nissena.
E poi, non vanno dimenticati i 20 anni passati presso la "Casa Famiglia Rosetta". «Lavorare con i ragazzi meno fortunati è stata l’esperienza più bella della mia vita. Vedere la gioia nei loro occhi non ha prezzo - dice Maria Teresa - grazie all'arteterapia, ha portato avanti la "missione"».
Di cosa si tratta? Dare un segnale ai giovani che purtroppo, attualmente, si lasciano manipolare dai social. Cercare un rapporto con il "proprio" intimo e non farsi coinvolgere dalla massa.
Le passioni, qualsiasi esse siano, rappresentano la valvola di sfogo per non rimanere intrappolati nella scarna quotidianità. Sognare è un nostro diritto.
Lei, nonostante siano passati tanti anni dalla prima opera, riesce ancora a emozionarsi. «La prossima (opera) è la più bella. Mi confronto tutti i giorni con nuove tecniche e apprezzo sempre. Aggiungo: tante volte sono critica con me stessa!».
E poi: «Le opere in ceramica sono quelle che destano tanta speranza. Una volta immesse nel forno (a 920°), sono cosciente che i colori possono variare (viola con blu scuro e il nero con un verde particolare). A lavoro concluso emerge la soddisfazione per avercela fatta.
Non mancano i riconoscimenti ottenuti. A partire da Amantea (Calabria) e proseguendo con un’esposizione a Cracovia e gli inviti a Venezia e Palermo.
Allora perché nascondersi e non osare? È giunto il momento di varcare i confini con le mostre, realizzare un museo che contenga tutti i capolavori e spingersi oltre.
Maria Teresa Canalella è l’artista di paese che cerca il confronto con le grandi realtà. La strada è tracciata, il coraggio e la volontà non mancano. Nella terra di Guttuso, Cordio e altri personaggi illustri vuole ritagliarsi uno spazio importante.
Nel ricordo "vero" di una madre - la sua - che ha dato tutto pur di vedere realizzato il suo sogno.
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