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In Sicilia c'è un museo da Oscar: qui puoi vedere i cimeli di "Nuovo Cinema Paradiso"

Il progetto di due giovani, Dariush e Matilde, uniti nella vita e nel lavoro, nasce dalla passione per il celebre film di Giuseppe Tornatore, premio Oscar nel 1990

Sara Abello
Giornalista
  • 13 agosto 2023

Il piccolo Totò Cascio nel film "Nuovo Cinema Paradiso"

Un’esperienza immersiva tra passato e presente, questo l’obiettivo di Dariush Behjat e Matilde Polizzi, i due giovani che hanno curato il progetto culturale ed espositivo del neonato museo dedicato a Nuovo Cinema Paradiso, il celebre film che nel 1990 è valso il premio Oscar come miglior film straniero a Giuseppe Tornatore, e con lui un po’ a tutta la Sicilia.

Il museo non è nato in un luogo a caso, sorge infatti a Palazzo Adriano, set a cielo aperto del film girato nel 1988.

Erroneamente in tanti pensano infatti che la pellicola sia stata realizzata a Bagheria, paese d’origine di Tornatore, ma questo merito noi baarioti non possiamo proprio prendercelo.

Vero è che i luoghi ricostruiti e i personaggi descritti rimandano alla Bagheria dell’infanzia di Peppuccio, ma la scelta all’epoca ricadde su questo paesino che oggi conta poco meno di 2000 abitanti nell’entroterra siciliano e che deve al film la sua fortuna che annualmente porta sin qui tantissimi turisti.
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Tanti i parallelismi possibili tra la pellicola e l’infanzia di Tornatore nella sua Baaria, primo tra tutti il ruolo del proiezionista, che nella memoria collettiva dei bagheresi si identifica a buona ragione in Mimmo Pintacuda, al quale il giovane Giuseppe era legato da un rapporto analogo tra quello che intercorre nella pellicola tra Totò e Alfredo.

Un progetto, quello del museo, iniziato un anno fa e concretizzatosi adesso, in occasione della IV edizione del Paradiso Film Fest.

L’idea progettuale di Dariush e Matilde, uniti nella vita e nel lavoro, nasce dalla passione per Nuovo Cinema Paradiso, un film che ha saputo affascinare nel passato, come riesce a fare ancora adesso, per i suoi temi sempre attuali, toccando letteralmente le corde dell’anima di chi lo guarda, a prescindere dall’età o dalla provenienza geografica.

Un’idea ambiziosa la loro: ricreare l’esperienza vissuta dai protagonisti in chi oggi, attraverso un percorso esperienziale all’avanguardia, visita l’esposizione.

L’ambientazione del film ci racconta di una visione del cinema come di un’arte nuova, magica, innovativa, e in qualche modo attraverso il ricorso ad elementi dell’arte visuale, i due curatori catapultano i fruitori dentro la pellicola con il medesimo sentire, tra stupore e magia.

Oggi il museo prevede una sala cinema destinata a divenire luogo di incontro e scambi con rassegne e proiezioni; un’area dedicata all’allestimento della mostra permanente con foto e oggetti di scena del film e piccoli cimeli ricordo del periodo delle riprese, come la bicicletta su cui Alfredo portava in giro il piccolo Totò, poi ancora cineprese e una riproduzione in scala del centro storico del paese con la piazza set del film; un ampio spazio che ospiterà un’area multimediale.

Tante sono le idee di questi due giovani curatori che, pur avendo formazioni differenti, scultore e artista multimediale lui, exhibition designer lei, hanno saputo unire le loro competenze per creare un’esperienza immersiva, interattiva, un percorso visivo e olfattivo che coinvolgerà a 360° il pubblico.

L’esposizione è destinata a crescere nel tempo, sono tanti infatti gli oggetti risalenti all’epo- ca in cui il film venne girato e non ancora esposti.

Dariush inoltre ha anticipato che presto i visitatori saranno accolti da Alfredo “in persona” o quasi: un ologramma del personaggio interpretato da Phillippe Noiret con il quale i visitatori potranno addirittura interagire, rivolgendogli domande.

Insomma un progetto che non ha nulla da invidiare alle esposizioni internazionali che siamo soliti visitare quando andiamo in viaggio all’este- ro, che stavolta celebra la nostra terra.

Il museo ha riportato in vita l’ex edificio municipale, la cui facciata è stata restaurata su progetto degli architetti Lorenzo Ladduca e Rino Bertolone, per riprodurre l’ingresso scenografico del Cinema Paradiso.

Non stante le differenze abissali tra la modernità del percorso espositivo, assolutamente avanguardista, e l’edificio ospitante che è un palazzo storico, nessuno stridere, anzi ciò che viene fuori è un connubio perfetto.

A proposito di connubi e gemellaggi... ricordate che anche Bagheria, più precisamente Aspra, ha il suo piccolo museo dedicato al cinema di Tornatore all’interno della sede del Museo dell’Acciuga e delle arti marinare?!

Proprio il suo fondatore Michelangelo Balistreri, iniseme a Dariush e Matilde, già auspicano che possa nascere una preziosa collaborazione tra le due strutture.

Una pecca tutta baariota, che di sicuro sarà stata sot-tolineata dai benpensanti proprio in occasione della nascita del museo di Palazzo Adriano, è certamente l’assenza di una realtà che possa davvero celebrare un cittadino così importante, non solo per il territorio, come Giuseppe Tornatore.

Con il museo dedicato a Nuovo Cinema Paradiso la metà del problema è stata risolta.
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