STORIE
In atelier con Nicola Pucci: l'artista palermitano diviso tra Milano e New York
Opere intrise da dinamismo centripeto e armonie silenti, capaci di restituire insieme quella matura consapevolezza dettata da anni di profonda ricerca personale animata da profonda passione
Una tensione alla bellezza che passa dal sacrificio costante per un mestiere che si nutre di tecnica e di sperimentazione, di intuizione quanto di studio e consapevolezza, e che crea dal nulla opere che parlano di localismo pur essendo perfettamente globali.
Con un testo critico di Gianluca Marziani e inaugurata lo scorso 10 marzo alla presenza del console generale d'Italia Fabrizio Di Michele (chiuderà il prossimo 10 maggio), la mostra “americana” presenta 12 opere di medio formato caratterizzate dal particolarissimo piglio narrativo dell'artista palermitano Nicola Pucci sempre più memore delle atmosfere di Francis Bacon, con tangenze singolari alla poetica di Lucien Freud e Michael Andrews, con rimandi più o meno silenti al compianto Renato Tosini; opere immaginate e create nel suo suggestivo atelier a due passi dall'aula bunker, tra soffitti lignei e a voltine di cotto e acciaio.
Pungoli, fermo immagine su situazioni surreali che l'artista rende ancora più accattivanti attraverso il proprio linguaggio materico e fluido, qui messo costantemente in tensione agendo coscientemente sulla creazione/invenzione di una patina lievemente deformante, a tratti invadente, persino apparentemente sporcata, corrosa, parcellizzata; tutte condizioni tutte capaci di trasportare emozioni e curiosità in un continuo rimpallo tra opera e fruitore in un figurativismo risolto che strizza l'occhio verso astrazione e surrealtà in piena linea con la difficile contemporaneità di questi ultimi anni.
C’è autentica poesia in questo scorcio di made in Italy che Pucci ha trasportato al di là dell’Atlantico e che ben si accorda con la sua dirompente ricerca pittorica, che lo vedrà ancora protagonista dal 24 marzo al 27 aprile prossimi, presso la Fondazione Mudima di Milano con altra sua personale “La figura e il paradosso” curata da Dominique Stella, e in cui saranno ben 32 le opere recenti a raccontarne poetica e visione creativa. Opere come: Bolla I, Allenamento, Bambina bolle metrò, Biliardo con gallo II, Bambino in spiaggia, Funamboli, Lettura quotidiana, Leone con bambino, Soffio aereo II, Salto in stazione, Bambina accovacciata.
Per Pucci, diplomato al Liceo Classico Garibaldi, studente allo IED di Roma, assiduo e curioso frequentatore dello studio romano di Bruno Caruso, è il momento di narrazioni importanti e seducenti, mentre raccoglie il plauso di collezionisti, galleristi e di critica, con uno sguardo attento e puntuale a metà strada esatta tra tradizione e innovazione, mentre pensa già a come poter stupire con le prossime mostre.
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