Il videoclip dell'inedito "Torneremo ancora" di Franco Battiato è girato nella sua Sicilia
Giuseppe La Spada è il regista che ha optato per due location: una di queste è l’Etna con il suo comprensorio, dove Battiato ha scelto di vivere, l’altra l’Argimusco
All’interno del disco, anche 14 tra i brani più rappresentativi della sua opera, registrati durante le prove di alcuni concerti nel 2017 con la Royal Philharmonic Concert Orchestra, diretta dal Maestro Carlo Guaitoli.
Il video è stato realizzato in due location: una di queste è l’Etna con il suo comprensorio, dove Battiato ha scelto di vivere, l’altra l’Argimusco, luogo a lui caro e unico nel suo genere per la densità spirituale, perfetto per un momento di contemplazione. Il videoclip vede anche la partecipazione dell’attrice siciliana Margareth Madè e la danzatrice algerina Sabah Benziadi.
«Alla fine del video mi esibisco in una performance di danza Sufi Dervisci rotanti a Montalbano Elicona. - racconta a Balarm Sabah Benziadi - Ci conosciamo da tanti anni con Battiato, circa diciotto, adesso è un onore e un piacere per me essere nell'ultimo videoclip del suo inedito, dove c'è una parte con la danza rotatoria dei Darvish. Franco è da sempre appassionato di meditazione e filosofia orientale e in particolare di danza Sufi».
«Otto anni fa ho fatto uno spettacolo con dodici donne nel teatro antico di Segesta e lui dopo arver visto un video di questa performance ha voluto conoscermi. Da quel momento abbiamo fatto diverse cose insieme, come il tour del disco "Ferro Battuto". Io sono algerina e ho portato la danza orientale in Sicilia 30 anni fa. Con Franco parlavamo spesso di andare in Algeria insieme ad Assekrem, un luogo sacro dove vivono i Tuareg, e voleva anche mangiare il cous cous tuareg, che si dice essere molto buono e diverso dagli altri, ma purtroppo non lo sento più da due anni».
Il video inizia con l’acqua, elemento dal quale tutti proveniamo e che come in qualsiasi processo che mira alla ricerca della luce, attraversa zone impervie, la materia, le nebbie. Si conclude, invece, con il movimento ciclico di un derviscio, omaggio iconografico a Battiato, gesto inteso a rimettere in moto il tutto, finché non avremo raggiunto la liberazione.
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