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Il progetto di recupero per Eraclea Minoa è al palo: si litiga per la sabbia da usare

Il progetto è fermo all’assessorato regionale Ambiente: c'è indecisione sul colore della sabbia. E intanto ogni giorno la spiaggia di Eraclea viene ingoiata dal mare

Balarm
La redazione
  • 16 settembre 2019

Il litorale eroso di Eraclea Minoa

Sarà più adatta quella della vicina Siculiana oppure occorrerà andare a trovarne una di colore diverso? Di fronte al dubbio su quale tipo di sabbia utilizzare per "ri-.allargare" la spiaggia si è fermato di nuovo il progetto di recupero del litorale di Eraclea Minoa.

Il progetto è fermo all’assessorato regionale Ambiente. E intanto ogni giorno la spiaggia di Eraclea viene rosicchiata via, ingoiata dal mare che spesso arriva perfino alla vicina pineta sradicando gli alberi. Oggi è una lingua di sabbia di pochi metri di larghezza, una volta era un lido da cartolina. E tuttavia il progetto per riportarla al vecchio splendore inciampa di continuo.

Qualche mese fa, quando sembrava arrivato al traguardo, c'è stato lo scioglimento della V commissione (travolta dall’inchiesta sul caso Arata) a sgambettare l’appalto. Il progetto è stato realizzato dal commissario regionale per il Rischio idrogeologico, Maurizio Croce. Costerà 4 milioni e mezzo e prevede di realizzare tre pennelli a mare, nei punti principali del lungo golfo. Si tratta di barriere di scogli che risulterebbero in gran parte invisibili ma che fermerebbero l’avanzata del mare.
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Inoltre il progetto prevede anche di ricostituire la spiaggia erosa sfruttando la sabbia prelevata dalla vicina spiaggia di Siculiana, simile per colore. E su questo punto però il progetto è scivolato nei giorni scorsi. La nuova commissione via ha chiesto al commissario Croce «la caratterizzazione della sabbia da utilizzare» per riportare la spiaggia alle antiche dimensioni una volta fermato l’avanzare del mare. Ha chiesto, in pratica, quale tipo di sabbia (colore e composizione) verrà utilizzata. Bisogna valutare se quella di Siculiana è compatibile con quella originale.

Una soluzione al groviglio burocratico potrebbe averla trovata lo stesso Croce, che ha risposto alla richiesta dell’assessorato Ambiente chiedendo a sua volta di avviare comunque l’iter dell’appalto, pubblicando il bando, e di fornire la caratterizzazione della sabbia in corso d’opera quando partiranno effettivamente gli scavi. Il tutto per evitare di perdere anche la prossima stagione estiva visto che, dopo l’appalto, serviranno almeno 8 mesi per completare il progetto. E dunque bisogna iniziare a lavorare entro ottobre.
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