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Il mistero della nave nell'ombelico di Sicilia: che ci fa un piroscafo a 931 metri sul mare

È la prima imbarcazione a vapore realizzata nel Regno delle Due Sicilie, nel cantiere di Vigliena, vicino Napoli. Ebbe anche il merito di solcare il Mediterraneo nel 1818

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 13 giugno 2024

Il piroscafo nella chiesa di Santa Chiara a Enna

Enna è una città particolare a 931 metri su un monte, è il capoluogo di provincia più alto d’Italia. È su un monte isolato visibile da tutto il territorio sottostante. Negli inverni può arrivare la neve, è spesso avvolta dalla nebbia ed ha estati calde.

Tra le sue bellezze il “Castello di Lombardia", uno dei castelli meglio tenuti in Italia, la Torre detta di “Federico”, le residenze signorili, cortili e vicoli, luoghi di culto, tra cui una Chiesa dove si trova un’autentica particolarità.

Di Enna sappiamo che fu prima territorio Sicano e poi dei Siculi. I Greci arrivarono da Gela dal VII secolo. Enna strinse alleanza con Siracusa contro Cartagine che la conquistò nel259 a.c. Venne liberata dai Romani, che dovettero affrontare poi una guerra servile con un assedio che durò due anni, organizzato dallo schiavo Euno.

Gli arabi arrivarono nell’859 facendola diventare sede di un Emiro. In seguito fu conquistata dai Normanni, e da qui tutte le altre dominazioni. Il nome probabilmente deriva dai Sicani, per i Romani fu "Castrum Hennae", una fortezza per la sua posizione.
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Gli arabi tradussero il termine in “Qasr Yannah” che “con il tempo, per un’errata interpretazione dell’Etimo divenne Castrogiovanni”, nome che rimase fino al 1927.

Torniamo alla nostra Chiesa situata sull’asse di via Roma, un posto centralissimo, vicino alla chiesa Madre ed alle residenze nobiliari. E’ Santa Chiara, una chiesa ad una navata oggi adibita a Sacrario Militare dei caduti.

La sua storia inizia con l’insediamento della “Compagnia di Gesù” in questa edificio donato insieme con una cospicua rendita, dalla Nobildonna Costanza Rotundo per volontà testamentaria di suo figlio Francesco, I Gesuiti formarono preti di alta cultura, prediligendo una rigida pedagogia e insegnamento superiore alle altre scuole.

Costruirono un grande economico e politico che portò alla loro espulsione dalla Sicilia nel 1767 accusati di “prevaricare la legge ed insediare lo stato, distruttori della religione, corruttori della gioventù, approfittatori” Questo ordine fu eseguito in tutta la Sicilia, I gesuiti furono imbarcati ed inviati a Roma.

La Chiesa così visse in uno stato di abbandono per diversi anni utilizzata saltuariamente come residenza di Viaggiatori di passaggio. Nel 1779 che diventò Monastero delle Clarisse, la Chiesa conserva ancora le splendide inferriate dalle quali le suore di clausura potevano ascoltare la Messa.

Come abbiamo detto oggi è un sacrario militare con le cappelle diventate loculi per i soldati caduti in guerra.

Ma andiamo alle curiosità di questo luogo dall’interno settecentesco, queste sono legate a uno straordinario pavimento in mattonelle di Maiolica con due grandi Mosaici rappresentanti uno la Chiesa di Santa Sofia, l’altro l’Avvento della Navigazione a Vapore. La fattura di queste maioliche è campana si riconosce dalla decorazione geometrica che circonda i due "quadri", detta a "menadro" con il ricorrente tema pompeiano del labirinto.

Può sembrare strano che sia stata utilizzata la maiolica campana considerando la ricca e fiorente scuola siciliana. In realtà i due pannelli rientrano in una moda diffusa in quel tempo anche nelle famiglie nobiliari in Sicilia. Lo testimonia il Palazzo Arezzo di Trifiletti a Ibla, dove i pavimenti tutti in pietra Pece, hanno invece nel Salone delle feste un pavimento in maioliche provenienti dalla fabbrica voluta da Re Carlo di Borbone per la reggia di Caserta.

La lavorazione campana soprattutto durante gli Aragonesi fu la maiolica di corte ambita e ricercata. Con disegni particolari e un processo di lavorazione che le rendevano impermeabile, ha la particolarità di essere dipinta a mano, cosa che distingue una mattonella dall’altra. A Santa Chiara arrivarono queste maioliche probabilmente alla meta del 1800, nella sagrestia sono ancora conservate alcune mattonelle del pavimento avanzate durante la posa in opera.

Questo pavimento straordinario e prezioso come abbiamo visto non era poi così inusuale, e testimonia che la Chiesa fu oggetto di particolare attenzione da parte del committente. Passiamo ad analizzare i due pannelli, nel primo si vede Santa Sofia colpita da un fulmine, come a voler dimostrare l’ira di Dio contro una chiesa divenuta moschea.

La Basilica di Istanbul ebbe varie distruzioni e rifacimenti, tra cui uno nel 1849, accompagnato da grandi festeggiamenti islamici, una data molto vicina alla realizzazione del pannello che porta in basso "1852".

Nel secondo, è rappresentata la prima nave a vapore che fu realizzata nel Regno delle Due Sicilie, nel cantiere di Vigliena, vicino Napoli.

La Nave fu la prima a solcare il mare Mediterraneo nel 1818 con questo sistema di propulsione e fu chiamata Ferdinando I. Fu una grande scoperta e realizzazione, che ispirerà la Sicilia dove nascerà la Società Sicula Transatlantica, con lo scopo di creare un collegamento diretto Palermo New York.

Il primo Transatlantico fu finanziato dai Florio il “Sicilia” che partì a marzo del 1854 da Palermo arrivando a luglio nella città statunitense che lo festeggerà per “ l’Indipendence Day”. Il pannello della Chiesa riproduce fedelmente il primo piroscafo a vapore partito da Napoli, si distingue persino il golfo della città.

La stranezza che tale rimane, perché un pannello così nella città siciliana più lontana dal mare, che senso ha in una Chiesa di Enna un piroscafo che solca il Mediterraneo? Probabilmente, ma è solo una supposizione, questo pannello fu acquistato ma non ordinato per la Chiesa, oppure si volle celebrare la Società Siciliana Transatlantica attraverso il ricordo del primo Piroscafo a Vapore.

Qualunque sia il motivo che si nasconde dietro questa particolarità, Enna è "l’Umbilicus Siciliae" il centro, il cuore dell’Isola da cui si domina terra e mare.
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