ARTE E ARCHITETTURA
Il "gigante di pietra" dell'antica Akragas si è rialzato: cos'è il Telamone e come vederlo
Dopo vent'anni di studi, ricerche e restauri nella Valle dei Templi di Agrigento è stato svelato il Telamone del tempio di Zeus Olimpo. Di cosa si tratta?
Il telamone del tempio di Zeus (Agrigento)
La cerimonia di presentazione del "nuovo" Telamone, ricostruito in posizione eretta, si è tenuta giovedì 29 febbraio alla presenza del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, l'assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato, il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei templi, Roberto Sciarratta, e altre autorità.
«Oggi - dice il presidente Renato Schifani - è un giorno importante per Agrigento e per tutta la Sicilia. Il Telamone, che consegniamo alla collettività nella sua straordinaria imponenza, rappresenta uno dei migliori biglietti da visita di Agrigento Capitale della cultura.
Questo gigante di pietra dell'antica Akragas, che dopo tanti anni di studi e ricerche possiamo osservare nella sua posizione naturale, è il cuore di un importante progetto di musealizzazione dell'intera area del tempio di Zeus».
La statua, alta quasi 8 metri, è sostenuta da una struttura in acciaio di 12 metri alla quale sono ancorate delle mensole dove sono collocati i singoli pezzi del monumento riassemblato.
«Il telamone - osserva l'assessore regionale ai Beni culturali, Scarpinato - diventerà uno dei punti di attrazione della Valle dei templi, un nuovo ambasciatore internazionale di un sito archeologico unico al mondo che, proprio lo scorso novembre, ha superato il milione di visitatori in un anno.
Grazie a un progetto di valorizzazione che include visite guidate, un progetto di realtà aumentata e anche una particolare illuminazione per favorire le visite notturne, potremo far conoscere questa imponente opera alla comunità internazionale».
Nel 2004, il Parco della Valle dei templi ha avviato un'estesa campagna di studi e ricerche sull'Olympieion affidata all'Istituto archeologico germanico di Roma (Dai Rome) guidata da Heinz-Jürgen Beste.
Lo studio - curato dall'architetto Carmelo Bennardo, attuale direttore del Parco archeologico di Siracusa, affiancato dall'esperto scientifico Alessandro Carlino - oltre a nuove conoscenze sul monumento, ha portato alla precisa catalogazione degli elementi presenti nel sito.
Sono stati così individuati più di 90 frammenti che appartenevano ad almeno otto diversi telamoni. Di uno di questi, si conservavano circa i due terzi degli elementi originari che lo componevano.
Questo nucleo omogeneo di blocchi è stato quindi utilizzato per la ricostruzione del "nuovo" Telamone, "fratello" di quello già ricostruito a fine Ottocento, ospitato al Museo archeologico "Pietro Griffo".
La ricostruzione del Telamone fa parte del progetto più ampio di musealizzazione dell'area dell'Olympieion.
Costato finora 500 mila euro di fondi del Parco, il progetto include la prossima ricostruzione a terra di una parte della trabeazione e della cornice del tempio di Zeus, in modo rendere un’idea più concreta delle dimensioni colossali e dell'unicità del monumento e, nello stesso tempo, proteggere i reperti.
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