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I suoi fondali (e i datteri di mare) sono a rischio: perché a Isola Bella serve fare di più

La richiesta degli ambientalisti che lanciano l'allarme sullo stato di salute della Perla del Mediterraneo, divenuta Riserva Naturale Orientata nel 1998. Di che si tratta

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 27 agosto 2024

Isola Bella, Taormina

Isola Bella è una delle località più famose e apprezzate dell’intera costa ionica, oltre ad essere la spiaggia di uno dei comuni più visitati dai turisti della nostra regione: Taormina.

Meta fissa per migliaia di bagnanti da diverse generazioni, Isola Bella è uno degli scrigni di biodiversità più importanti della nostra regione, tanto da essere stata definita “Perla del Mediterraneo” già nella seconda metà dell’Ottocento, dal barone e fotografo tedesco Wilhelm von Gloeden.

Essendo divenuta Riserva Naturale Orientata nel 1998, oggi l’isola è gestita dal Centro Universitario per la Tutela e la Gestione degli Ambienti Naturali e degli Agroecosistemi dell'Università degli Studi di Catania, ma l’impegno dei biologi e dei conservazionisti provenienti Catania non sembra essere più sufficiente.

Da anni, infatti, i biologi marini lanciano dei preoccupanti allarmi relativi al cattivo stato di salute delle sue acque, facendo particolare riferimento allo stato dei suoi fondali, divenuti fragili a causa di molteplici problemi di carattere ambientale.
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Diversi esperti e appassionati abitanti della zona, tra cui il subacqueo Nino Luca, hanno così cominciato a chiedere al governo nazionale d’istituire un’Area Marina Protetta attorno all’isola, per limitare soprattutto la presenza di ancore che stanno degradando gravemente l’ecosistema marino dei dintorni.

«Ormai all’interno della baia nord di Isola bella – è possibile leggere in un post social pubblicato da Nino Luca - siamo alla frutta. Le grosse ancore che giungono vicino alla costa (grazie alla potenza e alla forza dei verricelli) riescono a capovolgere le rocce, dove all’interno crescono i datteri di mare.

Questa specie è un mollusco pregiato e mi auguro che siano presi dei seri provvedimenti dalle autorità competenti, visto che persino la pesca illegale di questi molluschi è vietatissima, perché favorisce in maniera pesante l’erosione della costa».

I biologi inoltre segnalano che nei pressi dell’isola sono spariti ricci di mare, padelle e altri organismi marini, mentre la Posidonia oceanica soffre terribilmente l’arrivo delle imbarcazioni e dei gommoni.

Anche alcune associazioni ambientaliste da tempo sono attente alla cattiva situazione delle acque che circondano Isola Bella.

Tra queste realtà è da segnalare il WWF, che ha gestito la riserva terrestre dell’isola per alcuni anni, prima che questa venisse affidata all’ex provincia di Messina agli inizi del millennio.
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