ITINERARI E LUOGHI
I segreti del Santuario di Contrada Mango: il sito in Sicilia testimone di una rivalità antica
Due città protagoniste e nemiche allo stesso tempo. Due direzioni diverse, due culture distanti e allo stesso tempo accomunate dai riti e culti religiosi
Il santuario in contrada Mango in Sicilia
Dagli scavi effettuati in un’area di notevoli dimensioni (83 x 48 m circa), nel lontano 1957 Vincenzo Tusa riportò alla luce un muro di temenos in blocchi isodomici dove all’interno sorgevano le strutture di un tempio dorico. Dopo i dovuti approfondimenti, venne data un’esatta interpretazione ai resti architettonici: trattasi di un santuario datato tra la fine del VI secolo e la metà del V secolo a.C.
La spedizione archeologica non si soffermò solamente su un affioramento e anzi, durante gli scavi, fu rinvenuta una lastra di pietra che reca inciso un portale rastremato verso l’alto.
Un fatto straordinario arricchito dal ritrovamento di una statuetta di atleta. Un pezzo di rara bellezza e unico nel genere in pietra grigia. Una figura maschile con testa, busto e una forte incisione della muscolatura dei pettorali e dorsali che esalta le caratteristiche di un lanciatore di dischi. Un’opera dove si nota la posizione della spalla destra con la distribuzione dei pesi trasportati.
Elementi che hanno portato a datare la preziosa statua al 470-460 a.C. Una scultura simile con le riproduzioni delle Cicladi. La definizione di natura storico-religiosa è concentrata sui legami da parte di Segesta col mondo ellenistico.
La presenza di tracce colorate aumenta l’ipotesi che il pezzo miniaturistico sia stato modellato come una dedica votiva. Il riferimento storico “potrebbe” essere il passaggio in Erodoto del culto eroico offerto dai segestani a Filippo di Crotone.
Quest’ultimo vinse una corsa olimpica e divenne seguace di Dorieo nella “Spedizione in Sicilia". Evidenzia l’elemento maschile forte, deciso e vincente in un contesto sacro segestano. Un segno di rinnovamento della visione elima.
Durante gli ultimi scavi portati a termine dai docenti di archeologia classica Monica De Cesa e Gilberto Montali, sono state trovate alcune punte di lancia e anche delle ceramiche (dedica delle armi dei guerrieri). Sono esposte presso l’Antiquarium del parco.
Quest'ultima tornata archeologica ha rafforzato l’importanza del santuario, realizzato fuori dal perimetro urbano e in un contesto ambientale importante.
Infatti, è prospiciente il vallone della Fusa e il fiume Kaggera e rivolto verso la “nemica” Selinunte. Uno dei temi affrontati dagli archeologi è stata la possibilità di realizzare un percorso a favore dei visitatori. Un itinerario per ammirare le bellezze dell’intero parco archeologico.
Grazie al cammino elimo (4 km circa), partendo dall’ingresso si raggiungono le Case Barbaro e poi, in sicurezza, si può costeggiare lo strapiombo della montagna.
Una volta passata la grotta Vanella si raggiunge l’area archeologica del Santuario in Contrada Mango.
Segesta e Selinunte sono state protagoniste e nemiche allo stesso tempo. Due direzioni diverse, due culture distanti e allo stesso tempo accomunate dai riti e culti religiosi.
Da un lato, non lontano dalla foce del fiume Modione sorge il Santuario della Malophoros e dall’altro, in territorio elimo, quello di Contrada Mango. Entrambe ricche di fascino, di un percorso intenso che merita le giuste attenzioni.
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