CULTURA
I fantasmi della villa dei Mostri di Bagheria: leggende e curiosità sul principe Francesco
Ciascuno è libero di credere a ciò che più gli aggrada, ma ecco tre ipotesi sull'esistenza del fantasma del VII Principe di Palagonia Francesco Ferdinando Gravina e Alliata
La sala degli Specchi di villa Palagonia
O non c'è mai stato, o si è trasferito o gli sono stata simpatica. Ho girato da sola in tutta tranquillità gli esterni della villa al buio e con una coltre umida nebbiosa e posso rassicurare chicchessia.
Ma l'impronta burlona del principe è rimasta in ogni angolo. "Il negromante" veniva chiamato per le sue famose statue grottesche in pietra tufacea d'Aspra, delle cui 200 iniziali ne sono sopravvissute soltanto 62.
Egli le fece installare come una sorta di guardiani e sul loro aspetto inquietante sorsero tante leggende.
Come quelle di una ipotetica influenza malefica sulle donne gravide. La villa fu costruita nel 1715 per volontà del nonno Don Ferdinando Francesco Gravina Cruyllas Bonanni (V principe di Palagonia, pari del regno, cavaliere del Toson d’oro, prestigiosa onorificenza dei re di Spagna) su progetto dell'architetto ed ingegnere Tommaso Maria Napoli.
Invece, con Don Salvatore Gravina e Cottone, ossia il fratellastro del principe negromante (nonché genero, dato che ne aveva preso in moglie l'unica figlia Maria Provvidenza) alla fine del Settecento la villa si arricchì di decorazioni neoclassiche, secondo la moda dell'epoca.
Come quelle delle fatiche di Ercole del vestibolo del piano nobile. Da questo si accede alla sala da ballo, la famosa sala degli specchi, sul cui ingresso campeggia ancora la scritta "Specchiati in quei cristalli e nell'istessa magnificenza singolar, contempla di fralezza mortal l'imago espressa".
Insomma, un vero estroso burlone che si divertiva ad accogliere gli ospiti con un tale benvenuto.
Per non parlare degli scherzi, come quello di appendere un bastone con un gancio alla mano protesa del busto del Re Sole in grado di sollevare i parrucchini settecenteschi dei malcapitati che vi passavano al di sotto.
Oppure di uno specchio dietro il quale egli si nascondeva per osservare ed ascoltare gli ospiti.
Dalla sala si accede a destra alla deliziosa cappella ed a sinistra alla sala del biliardo che nasconde un armadio a muro che fungeva da bastoniera.
Bisogna guardarla con i suoi occhi questa villa e non lasciarsi intimidire dai busti severi dei suoi antenati.
Bisogna lasciarsi affascinare dal doppio scalone monumentale, dalle sale decorate in stile orientale, dai vasti spazi che conducono in luoghi non accessibili ai visitatori immaginando la realtà di allora.
Dal piano terra, per corridoi e scale nascosti, la servitù si muoveva per portarsi al piano nobile, le cui grandi aperture sullo splendido giardino offrivano aria e luce a tutta la villa.
Al piano nobile esiste anche uno stupendo giardino d'inverno verandato, anch'esso chiuso al pubblico.
È un gioiello della nostra terra, unico per la sua magnifica stravaganza e un pò mi hanno fatto compassione alcune statue decapitate, le maioliche usurate o gli affreschi da restaurare.
Poi, nel 1885, la famiglia Castronovo di Bagheria acquistò la villa e gli eredi, che vivono in America, ne sono tuttora comproprietari insieme ad altri subentrati successivamente.
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