TRADIZIONI
Sono i dolci per i "pettegolezzi" della Regina: come nascono le Chiacchiere di Carnevale
Storia, aneddoti e curiosità di un dolce semplice, tipico del Carnevale, e realizzato con pochi e semplici ingredienti ma dall'inconfondibile croccantezza
Le "chiacchiere" di Carnevale
Facile a svelarsi l’indovinello. Parliamo delle chiacchiere, l’immancabile dolce del periodo di Carnevale.
Da Nord a Sud, tra varianti di nomi (frappe, cenci, bugie, frappole, galani, frittole, crostoli, maraviglias, risòle, sfrappole, bugie, per citare i più conosciuti), sono il simbolo della festa mobile che si conclude con il giovedì grasso, prima dell’inizio della Quaresima, tempo di penitenza e di magra.
Per questo motivo, a Carnevale le chiacchiere non possono di certo mancare. Dolce semplice, realizzato con pochi ingredienti ma ricco di calorie e soprattutto dall’inconfondibile croccantezza.
Ritornando ad Apicio la ricetta di questo dolce risalirebbe, appunto, al tempo dei Romani.
In questa occasione, per un giorno soltanto, si prevedeva il rovesciamento dell’ordine sociale, la chiusura delle scuole e la sospensione delle attività di guerra.
Ma qual è l'origine di questo nome tanto simpatico? Per scoprire la nascita dobbiamo fare un tuffo indietro fino a alla Regina Margherita Savoia.
Secondo la leggenda a Napoli, la Regina chiese al fidato cuoco di corte, Raffaele Esposito, un dolce che accompagnasse alla perfezione le "chiacchierate pomeridiane" con i suoi ospiti. Et voilà, il resto è storia.
I banchi di pasticceri, e da un po’ di tempo anche dei panettieri, sono invasi in questi giorni da grandi vassoi ricolmi di rettangoli gonfi e friabili, dalla forma anche volutamente imprecisa.
Nel tempo la tipica ricetta delle chiacchiere (che comunque contiene pochi ingredienti e pochi passaggi nella preparazione, rispetto ad altri dolci tradizionali) è rimasta invariata.
Le guarnizioni finali, semmai, si sono via via arricchite.
Ed è così che la leggerezza dello zucchero a velo - o “impalpabile” come lo chiamavano le nonne - per quanto ancora presente, ha lasciato spazio a finiture di colate di cioccolato (che sostituisce il tradizionale “sanguinaccio”), in tutte le variabili, dalle striature alla copertura totale della chiacchiera, o colate di crema al pistacchio, per i più golosi.
Possono essere ricoperte anche da miele o da gocce di alchermes, il liquore dal colore rosso considerato elisir di lunga vita.
Anche la forma nei decenni è cambiata. C'è chi le fa a forma di nodini o fiocchetti o chi addirittura ha deciso di farle ripiene, realizzando dei fagottini a sorpresa.
Rispetto a tanti altre preparazioni, infine, le chiacchiere si mantengono croccanti per settimane, se conservate in un luogo fresco e asciutto e chiuse ermeticamente in un contenitore.
Ecco… già solo a parlarne viene l’acquolina in bocca.
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